La gioia come chiave della fede e della vita
Il discorso si allarga poi alla spiritualità. Benigni cita Sant’Agostino, autore del suo libro del cuore, Le Confessioni, soffermandosi su un concetto che sente particolarmente vicino: «Nutre la mente solo ciò che la rallegra». Da qui, una riflessione che va oltre la religione: «Il grande segreto del cristianesimo è la gioia». Un pensiero che diventa subito universale. Per Benigni, parlare di gioia significa parlare di amore. «C’è un enorme bisogno di parlare d’amore oggi», dice. «Perché quando si ama, l’amore torna indietro. Ti viene restituito». Parole semplici, pronunciate con la convinzione di chi crede ancora nel potere trasformativo dei sentimenti.
Un messaggio netto contro la guerra
Non potevano mancare le prese di posizione civili. Benigni affronta il tema della guerra con la consueta franchezza, senza attenuanti: «La guerra non va umanizzata, va abolita. Non è una cosa malvagia: è una volgarità immensa». Un giudizio netto, che non lascia spazio a interpretazioni. Il discorso si sposta poi sull’Europa, difesa come luogo di diritti e libertà, oggi messa sotto pressione da nuovi equilibri di potere. Benigni parla apertamente delle ambizioni di figure come Trump e Musk, sottolineando il rischio di una frammentazione del continente. «Uno ha potere e vuole diventare più ricco, l’altro è ricco e vuole potere. E entrambi vogliono dividere l’Europa», osserva.
Il ritorno televisivo di Roberto Benigni si chiude così, tra applausi e riflessioni, confermando la sua capacità di attraversare registri diversi senza perdere autenticità. Riesce a far ridere, commuovere, pensare. E soprattutto a ricordare che l’arte, quando è sincera, può ancora parlare al presente. In uno studio in piedi ad applaudirlo, Benigni ribadisce il suo messaggio più forte: il mondo dovrebbe ripudiare la guerra per sempre. Un auspicio che suona semplice, quasi ingenuo. Ma che, detto con la sua voce, torna a sembrare possibile.
