L’origine del progetto: “Pietro, il primo pellegrino”
L’idea nasce da un confronto tra Paolo Ruffini del Dicastero della Comunicazione, Vatican Media e la casa di produzione Stand By Me. A raccontarlo è Simona Ercolani, amministratrice delegata e direttrice creativa: «Volevamo raccontare Pietro come il primo pellegrino a Roma, il primo comunicatore. Chi meglio di Roberto Benigni può far vibrare le parole e portarle nel mondo?». L’opera è pensata fin dall’inizio come un prodotto culturalmente alto ma popolare, capace di parlare a tutti. Non a caso, diversi mercati esteri hanno già manifestato interesse.

Girato nei luoghi di Pietro: dal cuore dei giardini vaticani alla necropoli
Il monologo prende vita in spazi di eccezionale valore simbolico:
- i giardini della Città del Vaticano,
- l’area alle spalle della Basilica di San Pietro,
- la necropoli dove, secondo la tradizione, riposano le spoglie dell’apostolo,
- la terrazza che offre la visuale sulla Chiesa nata dalla sua missione.
Simona Ercolani racconta momenti di grande emozione: «Benigni è passato a rendere omaggio nella necropoli. Raccontare l’uomo Pietro nei suoi luoghi è stato commovente. Sulla terrazza finale abbiamo guardato ciò che Pietro ha costruito: la chiesa universale.»

Un messaggio di umanità e amore
Il filo rosso dell’opera, sottolinea la produttrice, è l’identificazione: «Il modo in cui Benigni fa sentire che Pietro siamo noi, ognuno di noi, è straordinario. Questo è il messaggio al cuore del monologo: un messaggio d’amore.» Con queste premesse, “Pietro, un uomo nel vento” si annuncia come uno degli eventi culturali e televisivi più attesi dell’anno: un viaggio emotivo e spirituale che, come spesso accade con Benigni, parla al pubblico con profondità, leggerezza e una verità sorprendentemente umana.