News Tv. “Sanremo 2023”, guai in vista per Amadeus: cosa sta succedendo. Il Festival di Sanremo 2023 con l’arrivo di Chiara Ferragni sul palco dell’Ariston è diventato molto più social. La nota influencer e imprenditrice digitale italiana ha avviato il conduttore del Festival al mondo di Instagram, creandogli in diretta Tv un profilo. Inoltre nel corso delle diverse serate Amadeus spesso ha citato Instagram sul palco, sia durate le dirette social con i suoi followers sia quando postava dei selfie ecc. Tutto questo parlare della famosa piattaforma di Mark Zuckerberg in prima serata su Rai 1 ha scatenato delle polemiche e così ora Amadeus dovrà risolvere alcuni grattacapi. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Sanremo 2023”, guai in vista per Amadeus: cosa sta succedendo
L’ultima edizione del Festival di Sanremo 2023 potrebbe causare nei prossimi giorni qualche problemino per il conduttore e direttore artistico Amadeus. Come la redazione di Fanpage.it aveva ampiamente anticipato, sollevando il caso in conferenza stampa, anche l’Agcom sta valutando l’apertura di un’istruttoria per la pubblicità occulta a Instagram durante le cinque prime serate del Festival di Sanremo 2023. C’è ancora massima riservatezza, ma sembra sempre più probabile l’apertura di un’istruttoria, si legge sul Corriere della Sera. Non solo la presenza massiccia di riferimenti a Instagram, ma anche la violazione delle norme a difesa dei minori per i comportamenti tenuti dai cantanti Fedez e Rosa Chemical, così come dalla distruzione delle rose da parte di Blanco. Vediamo nel dettaglio che cosa potrebbe accadere nel casa l’Agcom procedesse all’apertura di un’istruttoria. (Continua a leggere dopo la foto)
Gli scenari possibili
Cosa potrebbe accadere nel caso l’Agcom procedesse all’apertura dell’istruttoria per la pubblicità occulta a Instagram durante le cinque prime serate del Festival di Sanremo 2023? La risposta a questa domanda arriva da Fanpage.it. Sul sito si legge che “il prossimo consiglio, che riunirà tra due settimane, deciderà come muoversi, se valutare l’archiviazione oppure di procedere. A questo punto si aprirebbero due scenari differenti. Se l’istruttoria dovesse provare l’esistenza di un contratto tra Meta e la Rai, allora l’azienda dovrebbe rispondere di pubblicità occulta e del fatto di non averlo segnalato adeguatamente ai telespettatori. Se invece il contratto non ci fosse, il problema sarebbe semmai che l’azienda non avrebbe incassato nulla. Ci sarebbe quindi un mancato introito e un danno erariale. È presto per arrivare a questo tipo di conclusioni, ma i fari sono accesi”.
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