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Sanremo non è più “cosa Rai”, svolta storica: cosa succede ora al festival

Il futuro è tutto da scrivere

Tra i primi a dare la notizia Davide Maggio, che scrive: “Gli appelli presentati da Rai, Rai Pubblicità e anche Comune di Sanremo sono infatti tutti stati respinti, confermando dunque la necessità di una gara pubblica per l’assegnazione della kermesse canora a partire dall’edizione prossima del 2026. Gara che di fatto il Comune ha obbligatoriamente avviato con la pubblicazione del bando a cui è arrivata una sola manifestazione di interesse: quella della Rai. Con la decisione del Consiglio di Stato, però, l’azienda pubblica – anche se unico offerente – è comunque costretta alla fase negoziale e dunque l’accordo non è automatico”.

Nuova fase per il Festival di Sanremo

Il Festival di Sanremo entra così in una fase di transizione. Una fase fragile, ma potenzialmente fertile. Come in ogni storia ben scritta, è proprio nella frattura che si aprono nuove possibilità. Forse è il momento di spalancare le porte a nuove visioni, di rinfrescare il format, di osare ancora di più. La Rai è ancora in campo, certo. Ma stavolta dovrà dimostrare di essere la migliore, non solo la “storica”. Perché Sanremo, alla fine, è anche questo: una sfida. Tra artisti, tra generi musicali, tra visioni del Paese. Il pubblico, come sempre, farà da giudice. Ma stavolta, prima ancora che sul palco, il Festival si gioca dietro le quinte. E la partita è appena cominciata.

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