Friedman: “Solo Putin può fermare la guerra. E non vuole la pace”
La risposta di Alan Friedman non si è fatta attendere. Il giornalista ha definito le affermazioni di Di Battista una “polemica ideologica sterile”, criticandone la mancanza di concretezza. Secondo Friedman, il potere di fermare il conflitto è nelle mani di Putin. “Quando Trump ha annunciato che sarebbe stato possibile un incontro a Istanbul, Zelensky ha risposto dopo mezz’ora dicendo ‘io ci sarò’. Putin, invece, si è tirato indietro. È lui che non vuole la pace”. Friedman ha insistito sul fatto che solo il leader russo può porre fine alla guerra, ma che non è interessato alla pace. Questa accusa tocca un punto cruciale nel dibattito internazionale: la disponibilità reale di Putin a cercare una soluzione diplomatica al conflitto.


“Chapeau a Putin”: il sarcasmo amaro di Di Battista
Il dibattito si è intensificato ulteriormente quando Di Battista ha adottato un tono sarcastico nei confronti dell’informazione occidentale: “In tre anni avete detto di tutto: che Putin ha tremila malattie, che lo stanno per defenestrare, che l’economia russa è in ginocchio, che combattono con le pale e smontano i frigoriferi per recuperare i semiconduttori… Ora tutto è in mano a Putin. Chapeau. E poi parlate di demagogia? Avete fallito”. Lo scontro tra Di Battista e Friedman è stato più di un semplice duello televisivo: ha incarnato una profonda divisione nell’opinione pubblica. Il programma si è chiuso con entrambi i contendenti trincerati nelle loro posizioni, lasciando una chiara impressione su quanto il dibattito sia ancora aperto e complesso. A nulla sono valsi i tentativi di Floris di placare gli animi. Le questioni della guerra, dell’influenza di Putin, e della credibilità dell’Europa rimangono al centro delle discussioni internazionali, evidenziando una divisione che difficilmente troverà una rapida soluzione.