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The Borderline, spunta il video choc: esplode la rabbia sui social

The Borderline

Mentre gli Youtubers, che si fanno chiamare The Borderline, si accingevano a filmare video da pubblicare online, non hanno prestato attenzione alla strada ed ai limiti di velocità, così hanno travolto una Smart con a bordo una donna e suo figlio di 5 anni. Per il piccolo non c’è stato nulla fare. A causa di questa tragedia si prevede una riforma del Codice della Strada che prevede un serio inasprimento delle sanzioni per chi guida non rispettando la legge. Nel corso delle indagini sono emersi ulteriori particolari sconcertanti che sono stati resi noti nell’ordinanza firmata dal gip Angela Gerardi.

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Due video challenge

L’incidente di Manule Proietti, bimbo di 5 anni morto a causa di ben due sfide social da filmare e pubblicare sul canale Youtube è uno dei fatti più sconcertanti degli ultimi tempi. Gli artefici erano a bordo di un suv Lamborghini noleggiata due giorni prima da Matteo Di Pietro dalla società Skylimit. The Borderline stavano girando due video. Questo particolare è venuto fuori dalle testimonianze dei ragazzi a bordo dell’auto, sebbene le telecamere fornite dalla Sony agli youtubers e utilizzate per le riprese siano misteriosamente scomparse. Stando alle confessioni dei giovani, le riprese della prima sfida erano già finite. Pare, infatti, che in aggiunta alla challenge delle 50 ore, già pubblicata sul canale, ne sarebbe seguita un’altra di 24 ore consecutive in auto, già registrata ma non ancora pubblicata. Il video già montato, sarebbe stato pubblicato sul canale The House, secondo profilo Youtube del collettivo posseduto da Vito Lo Iacono detto “Er Motosega” il front man.

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The Borderline

La verità sui video challenge: era tutto montato

La vita non è come quella che vediamo nei film, quando in pochi minuti si può raccontare anni di storia passata. Grazie alla finzione, i tagli e i montaggi fatti da veri professionisti riusciamo a percepire il tempo come se fosse davvero passato. Questo credevano di riuscire a fare i ragazzi di The Borderline in un primo momento e riempiendo così le loro tasche grazie alle milioni di visualizzazioni ricevute.

Ebbene sì, durante un interrogatorio, Marco “Ciaffa” Ciaffoni, uno degli yutuber presenti nell’auto con il ruolo di “collaboratore esterno”, ha spiegato che la sfida era tutta una finzione. I ragazzi non avrebbero mai trascorso tutte quelle ore a bordo dell’auto, semplicemente nei tre giorni di noleggio avrebbero ripreso più scene possibili per poi montarle ad hoc facendo credere a chi guarda di essere in macchina da ore e ore. Questo era ciò che i ragazzi facevano in ogni loro video. In pratica era tutto falso! Come si legge nell’ordinanza firmata dal gip la “challenge in realtà era una finzione creata con montaggi di diverse riprese“. Oltre al danno la beffa. Questa è l’ennesima prova che tutto ciò che vediamo sui social è solo un modo per attirare clic e far si che il protagonista dei like guadagni sempre più soldi.

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