Il dramma della rapina: stavano per spararmi alle gambe
Nel corso della stessa intervista, Roby Facchinetti ha raccontato un momento di terrore vissuto due anni fa, quando lui e sua moglie furono vittime di una rapina violenta. “Sono entrati in casa dei rapinatori armati. Io e mia moglie abbiamo passato i 45 minuti peggiori della nostra vita“, ha rivelato con la voce rotta dall’emozione. “Mi hanno puntato la pistola alla gola, minacciandomi di consegnare tutto. Ho conosciuto il terrore, mi è entrato dentro e mi ha succhiato il cervello. Non ero più padrone di quello che dicevo e facevo”. (segue dopo la foto)

La situazione si era fatta così critica che i rapinatori “stavano per spararmi alle gambe“, ha aggiunto. “Un’esperienza che non auguro a nessuno. Mi reputo fortunato di essere qui oggi“. Questo racconto ha messo in luce la vulnerabilità di un uomo che, nonostante la fama, ha dovuto affrontare un evento traumatico che ha lasciato un segno indelebile.
Questa intervista ha offerto un quadro intimo e umano di Facchinetti, che ha condiviso non solo i suoi successi e le sue perdite, ma anche le sue paure più profonde. Ha mostrato come, dietro l’artista, ci sia un uomo che ha vissuto esperienze dolorose, ma che continua a trovare forza nella musica e nei ricordi.
Attraverso le sue parole, il pubblico ha potuto percepire la fragilità e la resilienza che contraddistinguono Facchinetti, lasciando un impatto duraturo su chi ha ascoltato la sua storia. L’intervista è stata un viaggio tra memoria, dolore e speranza, un racconto che ha toccato il cuore di molti.