“Zona Bianca”, Roberta Bruzzone interviene su Liliana Resinovich
A distanza di tre anni, il caso Liliana Resinovich è ancora aperto. Non sappiamo, infatti, se la donna sia morta per suicidio o se sia stata ammazzata. Sul caso è intervenuta anche la criminologa Roberta Bruzzone nel corso della puntata di “Zona Bianca“: “Il problema grosso è che qui non si parla soltanto di una consulenza tecnica che comunque rimette in discussione tutta una serie di aspetti, bensì è che sono passati tre anni abbondanti da allora e tutta una serie di attività investigative che ora saranno determinanti per poter validare o meno gli alibi di una serie di soggetti che sono chiaramente in qualche modo coinvolti in questa vicenda o potrebbero esserlo. Non ci dimentichiamo che la procura di Trieste nel fascicolo investigativo che ha portato alla richiesta di archiviazione non aveva trovato elementi a carico di eventuali soggetti. È anche questa una delle motivazioni per cui inizialmente aveva optato per un’ipotesi suicidaria. Cosa che è stata confermata anche recentemente dal procuratore che si era occupato dell’inchiesta all’epoca. Non è certo la prima volta che ci troviamo davanti a valutazioni autoptiche molto differenti affidate ad esperti diversi. Bisogna capire se poi tutto questo possa portare ad una svolta decisiva, perché ora il problema non è più tanto l’aggressione, ma collocarla in una scena specifica e collocarci una terza persona con lei”. (Continua…)
L’esito della nuova perizia
Dopo l’esito della nuova perizia effettuata dagli esperti incaricati dalla Procura di Trieste emergono nuovi dubbi sulla morte di Liliana Resinovich. Secondo gli esperti, infatti, la fascia oraria entro la quale sarebbe avvenuto il presunto omicidio è quella mattutina che si conclude intorno alle 12, visto che la donna aveva fatto colazione quattro ore prima, intorno alle 8-8.30.
