Il Ministero della Salute ha diramato un’allerta alimentare per un certo prodotto, che è facile consumare in estate. Tale prodotto è stato contaminato da un microorganismo: le biotossine algali. Queste si possono trovare nei molluschi. Il Ministero ha avvertito, in particolare, di prestare particolare attenzione ad un certo tipo di vongole. Il consumo di alimenti contaminati dalle biotossine, porta ad una vera e propria intossicazione alimentare.
Biotossine algali: le conseguenze del consumo
Le biotossine algali sono piccole alghe che si riproducono e vanno a coprire tutta la superficie del mare. Se ingeriamo del cibo contaminato da questo microorganismo avvertiremo i sintomi dell’intossicazione alimentari. Quindi avremo dolori addominali, diarrea, vomito e conseguente disidratazione, ma anche vomito, sete, stanchezza e mal di testa, oltre che possibili reazioni allergiche e disturbi dermatologici.
Anche una volta cotte le vongole, le biotossine restano comunque nell’alimento e lo rendono indigesto. L’importante è che le vongole o che le cozze acquistate siano sempre confezionate e la confezione riporti l’etichetta con l’indicazione di provenienza. Inoltre, deve essere presente il marchio sanitario, che attesta il controllo pubblico sulla presenza di tossine.
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Vongole contaminate da biotossine, a quale tipo prestare attenzione
A causare i sintomi dell’intossicazione alimentare sono le vongole veraci Nieddittas provenienti dalla coltivazione di Marceddì. Il Ministero della salute ha pubblicato il richiamo dei lotti interessati. Questi sono stati commercializzati in retine da 1 kg, prodotti da Cpa Cooperativa pescatori Arborea.
Il Ministero ha specificato che il motivo del ritiro dal commercio di queste vongole è la “possibile presenza di biotossine algali Dsp, acido Okadaico, sul prodotto proveniente dal fornitore”. Dalle analisi svolte dall’ASL di Oristano è emerso che le vongole veraci hanno superato i limiti dell’acido okadaico, responsabile della sindrome diarreica da molluschi bivalvi.