I fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, sono stati condannati all’ergastolo per la morte del povero Willy Monteiro. La sentenza di primo grado è arrivata qualche giorno fa e i due l’hanno accolta con grande amarezza. Adesso i fratelli saranno divisi anche dalle sbarre: Gabriele, infatti, resterà nel carcere di Rebibbia, mentre Marco sarà trasferito in un’altra struttura. L’accoglienza in carcere non è mai stata delle migliori. Ricordate cosa successe quando vennero arrestati? (Continua dopo la foto…)
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L’omicidio di Willy Monteiro
Il 6 settembre 2020, a Colleferro, il giovane Willy Monteiro fu pestato a morte nel tentativo di difendere un amico in difficoltà. I responsabili dell’omicidio vennero successivamente identificati: Gabriele e Marco Bianchi e Mario Pincarelli, già conosciuti alle forze dell’ordine per pestaggi, spaccio e riscossione di spaccio per conto di terzi, e Francesco Belleggia, incensurato. La brutalità del pestaggio ebbe un forte impatto mediatico sull’opinione pubblica. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella conferì al povero Willy la medaglia d’oro al valore civile alla memoria. Il processo ai quattro imputati è iniziato il 10 giugno 2021 presso la corte d’assise di Frosinone e il 4 luglio 2022 è arrivata la sentenza di primo grado. I fratelli Bianchi sono stati condannati in primo grado all’ergastolo, mentre Mario Pincarelli a 23 anni e Francesco Belleggia a 21 anni. (Continua dopo la foto…)
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L’accoglienza in carcere
Sin dal primo giorno si dice che l’accoglienza in carcere per i fratelli Bianchi non è mai stata delle migliori. “Marco sta sempre da solo” – aveva rivelato Gabriele al terzo fratello – “si fa i capelli da solo, cucina da solo, lava da solo, lo chiamano infame. Ci stanno i bravi e ci stanno quelli non bravi”. Secondo alcune ricostruzioni, un gruppo di detenuti avrebbero sputato addosso ai fratelli Bianchi e nei loro piatti in mensa. Altri, invece, avrebbero addirittura fatto trovare un chiodo nel loro dentifricio. Ora che i due fratelli sono da soli, perchè Marco è stato trasferito in un’altra struttura carceraria, le cose potrebbero addirittura peggiorare. Nel frattempo, come fa sapere il “Corriere della Sera”, Gabriele Bianchi a Rebibbia ha già iniziato un percorso da volontario come “aiuto scrivania spesa”, figura di sostegno all’amministrazione.