La guerra in Ucraina non ha solo conseguenze disastrose nel paese dove viene combattuta ma ha anche ripercussioni su altri paesi che sono indirettamente coinvolti, Italia compresa. Ecco perché il nostro Paese, adesso, rischia il blocco.
Guerra in Ucraina, l’Italia rischio il blocco
Il problema consiste nell’esorbitante aumento dei prezzi delle materie importate dalla Russia e dall’Ucraina. Coldiretti ha annunciato che il prezzo del grano è aumentato del 38,6% in una settimana dall’inizio della guerra in Ucraina. Non solo. Anche il mais e la soia, utilizzati come foraggio, stanno raggiungendo dei prezzi altissimi. Sono aumentati del +17%, il mais e del +6% la soia. La chiusura del porti sul Mar Nero di sicuro non hanno aiutato: da lì passavano le navi che trasportano le materie prime dalla Russia e dall’Ucraina dal mercato mondiale.
Gli allevatori italiani stanno attraversando un momento decisamente buio. Dopo la pandemia, l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica (+70%) e ora anche delle materie prime che arrivano dall’Est Europa, i lavoratori non ce la fanno più.
Guerra in Ucraina, a rischio l’export italiano verso la Russia
L’Italia ogni anno esporta una quantità di prodotti, che vanno da macchinari meccanici a prodotti chimici e del mondo della moda, per un valore di più di 7 miliardi di euro. Il nostro Paese ora, rischia il blocco dell’export verso la Russia a causa della guerra in Ucraina. Negli ultimi giorni, diverse spedizioni verso la Russia e l’Ucraina hanno accumulato notevoli ritardi. Il problema sono i mezzi di trasporto. Poste Italiane ha sospeso tutti i servizi di spedizione verso la Russia.
I colossi del trasporto marittimo inoltre, hanno sospeso molti tragitti. Maersk ha bloccato le spedizioni di container da e verso la Russia, così come tutte le prenotazioni via mare e via terra. Lo stesso ha fatto MSC, che continuerà ad accettare ordini solo per la consegna di beni essenziali come cibo, attrezzature mediche e aiuti umanitari. La guerra in Ucraina ha solo peggiorato una situazione che già era allo stremo. Confartigianato Trasporti ha sottolineato che, nell’ultimo anno, il prezzo alla pompa del gasolio per autotrazione è salito del 20,7%, con un impatto di maggiori costi pari a 535 milioni di euro per le micro e piccole imprese dell’autotrasporto merci.