La Procura di Trieste attende la perizia informatica sul caso della morte ancora avvolta nel mistero di Liliana Resinovich, la donna scomparsa da casa il 14 dicembre scorso e poi rinvenuta cadavere all’inizio di gennaio nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico del rione San Giovanni. Facciamo il punto sugli ultimi aggiornamenti. (continua a leggere dopo le foto)
Liliana Resinovich, arriva la pessima notizia dal procuratore
Si attende ancora la perizia informatica per stabilire una pista più concreta in merito al caso Liliana Resinovich. “Ci sarà ancora da aspettare per la perizia medico-legale”, ha detto il procuratore Capo di Trieste, Antonio De Nicolo. Questo significa tempi piuttosto lunghi per arrivare alla risoluzione del caso. Una notizia che non ci voleva. (continua a leggere dopo le foto)
Omicidio o suicidio? Non si esclude alcuna pista
Omicidio o suicidio? È ancora troppo presto escludere una pista a dispetto di un’altra. Per una chiusura delle indagini sulla morte della 63enne ritrovata nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico del rione San Giovanni, bisognerà attendere, come aveva detto anche a «Fanpage» l’avvocato Nicodemo Gentile, presidente dell’Associazione Penelope, che segue il fratello della donna morta a Trieste. “L’indagine è in un certo senso completa, ma bisogna attendere la consulenza informatica che ci dirà qualcosa in più sui pc e sul tablet in casa di Liliana e soprattutto l’autopsia: ciò che bisognerà fare dopo sarà mettere insieme tutti i punti”, aveva spiegato il legale. (continua a leggere dopo le foto)
Liliana Resinovich, il cadavere trovato il 5 gennaio: cosa sappiamo
Liliana Resinovich è sparita il 14 dicembre 2021: secondo quanto riferito dai principali media non aveva chiavi di casa né cellulare. È stato suo fratello a fare la denuncia di scomparsa, allarmato dal fatto che il marito della donna non la vedesse da qualche ora. Dopo molti giorni di ricerche, il corpo di Resinovich è stato ritrovato il 5 gennaio del 2022 nel boschetto dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni. L’11 gennaio scorso il cadavere è stato riconosciuto dal fratello Sergio. Il corpo non mostra alcun segno di violenza. Non ci sarebbe traccia di nessun abuso sessuale. Niente farebbe pensare ad un omicidio, eppure qualcosa non torna. Se la donna avesse deciso di suicidarsi, perché avrebbe scelto un metodo del genere? Gli inquirenti non escludono che il cadavere possa esser stato portato sul luogo del ritrovamento in un momento successivo alla morte e che quindi qualcuno sia coinvolto nella sparizione della Resinovich. Leggi anche l’articolo —> Caso Liliana Resinovich, l’ultimo tassello per risolvere il puzzle