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Pensioni, le novità sul Tfr: cosa può cambiare

In attesa della riforma sulle pensioni che dovrebbe uscire nella primavera 2022, si parla delle novità che potrebbero esserci dal prossimo anno. Le novità riguardano il Tfr (Trattamento di fine rapporto). Cosa succederà?

Riforma pensioni 2022 ultime notizie, cambia il Tfr: la novità

Riforma pensioni 2022 ultime notizie, cambia il Tfr: la novità

Governo e sindacati hanno avuto un incontro sul tema delle pensioni, la riforma pensioni vera e propria dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. Intanto però, l’esecutivo tra lavorando sulle novità da introdurre. Una di queste riguarda il Tfr. Tra un anno tornerà in vigore il meccanismo del “silenzio-assenso”. Cosa significa? Sei mesi prima di andare in pensione, i lavoratori dovranno comunicare alla propria azienda se vorranno mantenere il tfr o se la loro liquidazione sarà versata automaticamente nel fondo pensione. Chi non ne avrà uno, potrà accumulare la somma di denaro nel cosiddetto “fondo Cometa”, che sostituisce il fondo dell’Inps per tutti coloro i quali non hanno un fondo pensione.

Bisognerà comunque capire se questa misura si potrà applicare a tutte le imprese o solo a quelle piccole con dipendenti inferiori ai 50. Infatti, in questo caso il Tfr viene deciso dall’azienda, in quelle più grandi c’è il trasferimento automatico a quello statale. Il lavoratore dovrà comunicare sei mesi prima la decisione proprio per dare tempo alle piccole imprese.

Altre novità: il pensionamento anticipato

I sindacati hanno proposto nuovamente la possibilità di anticipare l’età del pensionamento: uscire a 62 anni con 41 di contributi. Fino al 31 dicembre 2021, valeva Quota 100, si poteva andare in pensione a 62 anni. Attualmente, però, c’è in vigore Quota 102 che vale per chi quest’anno compirà 64 anni di età ed avrà maturato 38 anni di contributi (di cui almeno 35 di contribuzione effettiva).

Il Governo però sta ragionando su delle opzioni per andare in pensione prima. Si pensa ad una specie di Opzione donna: pensione alle nate nel 1962 (se autonome) e nel 1963 sempre, ovviamente, con in calcolo contributivo. Un’altra proposta invece prevede di uscire dal mondo del lavoro in sull’anno di nascita e non, come accade oggi, su quando si lascia la carriera.

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