L’impegno contro l’allarmismo mediatico
Un aspetto che ha sempre contraddistinto Sottocorona è stata la sua ferma opposizione all’allarmismo meteorologico, oggi molto diffuso nei media. Giuliacci ha voluto ribadirlo: “Due mesi fa avevo scritto un bel commento su di lui, perché criticava questa moda di fare previsioni allarmistiche e terroristiche”.
Un atteggiamento che, secondo entrambi, può generare danni psicologici notevoli, soprattutto tra le fasce più vulnerabili della popolazione: “Non solo danneggiano l’informazione, ma anche la psiche delle persone, soprattutto degli anziani che entrano in fibrillazione quando sentono parlare di nubifragi o caldo record. È un danno psicologico che può portare anche alla depressione”.
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Giuliacci e Sottocorona: un rapporto professionale di stima e rispetto
Pur non frequentando spesso Sottocorona nella vita privata, Giuliacci ha descritto un rapporto fatto di stima reciproca e rispetto professionale. “Lui abitava a Roma, quindi era difficile vedersi spesso, ma ci sentivamo dopo le mie previsioni. C’è stato un contatto quasi settimanale”. Una relazione che ha contribuito a mantenere vivo il dibattito su come comunicare la scienza in modo responsabile.
Il ricordo si fa più personale nelle ultime parole di Giuliacci: “È andato in onda fino a poche ore prima della sua morte. Da quello che ho capito, è stato un addio improvviso. Mi dispiace enormemente per la sua scomparsa”. Un addio improvviso che ha colto di sorpresa non solo i colleghi, ma anche il pubblico che lo seguiva da anni.