Alvaro Vitali, Stefania Corona e quel dolore mai superato
Tra i banchi della chiesa c’era invece Stefania Corona, la moglie, seduta in prima fila con il suo nuovo compagno. Una presenza che non è passata inosservata. “Mi ha fatto male”, confessa Di Napoli. “Mi è tornato in mente un episodio struggente: Alvaro voleva regalarle una borsa di un noto stilista. Voleva sorprenderla, invitarla a cena, provare a riconquistarla. È stato ricoverato prima di riuscirci. Non si era mai davvero rassegnato alla fine del loro rapporto”.
Il dolore per quell’amore finito, e mai davvero elaborato, si somma all’immagine di quel funerale. “Vederli lì, insieme, in prima fila, mi ha fatto alzare. Ho preso una sedia e mi sono spostato. È una questione di rispetto”.
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Il silenzio dei colleghi, il ricordo di un’epoca
L’assenza della vecchia guardia del cinema italiano è forse il dato più doloroso, perché toglie ad Alvaro anche il valore della memoria professionale. “Nessuno del mondo del calcio, nemmeno Francesco Totti o Daniele De Rossi, suoi amici di lunga data. E nessun rappresentante istituzionale: né il sindaco, né consiglieri comunali. Eppure Alvaro era Roma, era popolo”.
Il vuoto raccontato da Claudio Di Napoli non è solo aneddotico. È lo specchio di una stagione artistica lasciata indietro, senza riconoscimento né celebrazione. Una stagione che Alvaro Vitali ha rappresentato con il sorriso, tra barzellette e sketch grotteschi, ma che aveva dentro anche un talento drammatico spesso dimenticato. “Ci siamo lasciati con una carezza, pochi giorni prima. Gli avevo promesso che ci saremmo rivisti presto. Non pensavo che quel saluto sarebbe stato l’ultimo”.