Lorenzo Venera, i maltrattamenti all’ex compagna
Il procedimento giudiziario ha visto non solo la testimonianza della vittima, ma anche quella di un’altra donna che avrebbe avuto esperienze simili con lo stesso uomo. Le loro dichiarazioni hanno permesso agli inquirenti di ricostruire un quadro di violenze psicologiche e fisiche ripetute, gettando luce su una situazione che si sarebbe protratta per anni, in un clima di paura e sopraffazione.
Secondo quanto riportato dagli atti processuali, le azioni dell’imputato non si sarebbero limitate a singoli episodi, ma avrebbero assunto carattere sistematico, incidendo profondamente sulla vita delle persone coinvolte. Il coraggio delle vittime, che hanno scelto di raccontare la loro esperienza davanti ai giudici, è stato determinante per l’esito del processo. Il caso ha suscitato particolare attenzione nell’opinione pubblica, anche per la notorietà del protagonista, già conosciuto nel mondo dello spettacolo. L’esposizione mediatica ha contribuito a focalizzare l’attenzione sul tema dei maltrattamenti in ambito familiare, sottolineando l’importanza di denunciare e di non sottovalutare i segnali di disagio.

Il racconto dell’ex fidanzata
Uno degli aspetti più gravi emersi in aula riguarda le minacce verbali rivolte alla vittima. La donna ha riferito che l’uomo avrebbe pronunciato frasi inquietanti, evocando episodi noti di femminicidio: “Diceva che sarei stata la prossima Giulia Cecchettin o Giulia Tramontano”. Tali parole hanno contribuito a rafforzare il clima di terrore e intimidazione vissuto dalla donna, inserendo la vicenda in un contesto ancora più drammatico.
La difesa dell’imputato ha già annunciato la volontà di impugnare la sentenza in appello, sostenendo che i fatti contestati sarebbero riconducibili a episodi sporadici e non a un comportamento abituale. Al contrario, i legali della parte civile hanno espresso soddisfazione per l’esito del processo, ritenendo che la decisione rappresenti un importante riconoscimento della verità emersa in aula.