Andrea Purgatori: le omissioni e gli errori medici
Secondo quanto riportato nell’articolo, in merito al ricovero del luglio del 2023, i periti scrivono che Purgatori «viene dimesso apparentemente senza visionare i risultati di un prelievo effettuato il giorno 19, dove i rileva la severa anemia che avrebbe controindicato la dimissione. Una anemia dovuta alla catastrofica sequela di errori ed omissioni a partire, per questo aspetto, dalla errata diagnosi di fibrillazione atriale, con conseguente terapia anticoagulante rivelatasi potenzialmente fatale e di fatto controindicata nelle endocarditi, e con totale oscuramento del contesto clinico complessivo».
Andrea Purgatori: “Poteva sopravvivere”
A supporto della considerazione, la perizia riporta che «La letteratura scientifica considera il tasso di sopravvivenza a un anno in misura dell’ottanta per cento qualora l’endocardite venga tempestivamente adeguatamente trattata». Alla luce di queste informazioni, i periti hanno concluso che l’endocardite che ha portato alla morte di Andrea Purgatori «avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all’inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, od ancora prima, nella seconda età di maggio 2023 qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l’esito degli accertamenti svolti l’8 maggio».