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Attentato a Ranucci, due macchine sventrate: “Potevano uccidere me e mia figlia” (VIDEO)

Le forze dell’ordine al lavoro

I carabinieri del nucleo investigativo di Frascati e gli agenti della Digos sono intervenuti tempestivamente sul luogo dell’attentato. Secondo le prime analisi, la causa delle esplosioni sarebbe riconducibile a un ordigno artigianale posizionato tra le due vetture. L’onda d’urto ha provocato danni anche al cancello e al giardino della casa, distruggendo vasi e piante, mentre la potenza dello scoppio ha spaventato l’intero quartiere.

In queste ore gli investigatori stanno raccogliendo prove, visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona e attendendo il rapporto degli artificieri, chiamati a stabilire il tipo di esplosivo utilizzato. Le autorità hanno già avviato una serie di accertamenti tecnici e non escludono che l’azione sia stata pianificata per intimidire Ranucci in relazione alla sua attività giornalistica.

Le dichiarazioni di Ranucci e i precedenti episodi

Il giornalista, ancora scosso, ha raccontato di non riuscire a comprendere pienamente il motivo di un attacco così violento: “Un anno fa abbiamo trovato due proiettili di P38 fuori casa. Poi una serie di situazioni particolari accadute negli ultimi mesi, compreso il tentativo di delegittimazione nei miei confronti”. Ranucci ha fatto sapere che presenterà denuncia e ha ribadito la necessità di chiarezza su quanto accaduto.

Non è la prima volta che Sigfrido Ranucci e la sua famiglia vengono presi di mira. Negli ultimi anni, il conduttore di Report ha denunciato diversi episodi di minacce e intimidazioni, ora oggetto di indagine da parte della magistratura. L’attentato arriva in un momento particolarmente delicato, a pochi giorni dall’inizio della nuova stagione della storica trasmissione d’inchiesta su Rai 3, prevista per il 26 ottobre.

Solidarietà e nuove misure di sicurezza

Un messaggio pubblicato sui canali social ufficiali di Report evidenzia la gravità dell’accaduto: “L’auto è saltata in aria danneggiando anche l’altra auto di famiglia e la casa accanto. La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento“. Le autorità stanno valutando un rafforzamento delle misure di sicurezza per il giornalista, che rappresenta un punto di riferimento per l’informazione d’inchiesta in Italia.

Il clima di pressione e isolamento che Ranucci denuncia si è intensificato negli ultimi mesi, in concomitanza con l’anticipazione dei temi delle nuove inchieste di Report. Il giornalista ha collegato l’accaduto a un contesto più ampio di delegittimazione personale e professionale, mentre la comunità giornalistica e numerosi esponenti politici hanno espresso solidarietà chiedendo una risposta ferma delle istituzioni.

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Un segnale preoccupante per il giornalismo d’inchiesta

Sigfrido Ranucci, visibilmente provato, ha spiegato che l’esplosione è avvenuta poco dopo il suo rientro e soltanto mezz’ora dopo il passaggio della figlia davanti alle auto. “La potenza dell’esplosione avrebbe potuto essere mortale”, ha ribadito. Il caso resta aperto e rappresenta un allarme per la sicurezza di chi svolge un ruolo fondamentale per la trasparenza e la democrazia.

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