Un matrimonio segnato dal “demone del gioco”
Il titolo scelto all’epoca dall’intervista, «Katia, eravamo in tre: io, te e il demone del gioco», diceva molto della vita privata della coppia. Baudo parlava apertamente della passione per il gioco d’azzardo di Katia Ricciarelli, un vizio che, a suo dire, aveva condizionato la loro quotidianità e portato via parte delle fortune accumulate.
«Era una battaglia continua», spiegava il conduttore, che più volte aveva cercato di sottrarre la moglie a quella dipendenza. Ma i suoi sforzi erano risultati vani, lasciando dietro di sé una lunga scia di amarezze. Questo aspetto, raramente raccontato in pubblico, svelava le difficoltà di una relazione che appariva perfetta solo davanti ai riflettori.
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Lo sfogo di un uomo ferito
La parte più dura e dolorosa dell’intervista del 2005 fu lo sfogo finale del presentatore. Dopo aver ripercorso le difficoltà del suo matrimonio, Baudo concluse con parole che colpirono profondamente il pubblico: «Soldi ancora soldi. È tutta una squallida questione di soldi». Una frase amara, quasi definitiva, che lasciava intravedere il peso insopportabile delle questioni economiche nella loro storia. Il denaro, che avrebbe dovuto rappresentare stabilità e progettualità, diventava invece motivo di scontro e incomprensione. Una denuncia che, a distanza di vent’anni, continua a far riflettere su come anche le relazioni più solide possano incrinarsi di fronte a fragilità mai risolte.
