Brigate Rosse e paragoni scomodi: “Mi sconcerta”
“So che cosa è stato il terrorismo – argomenta Bianca Berlinguer, definendo gli episodi – l’ho vissuto da molto vicino per ragioni familiari, ero adolescente ma ricordo perfettamente quel clima. Conosco gli effetti delle vere minacce del vero terrorismo. Che oggi vengano evocate superficialmente le Brigate Rosse mi sconcerta”.
Un richiamo forte a non banalizzare la storia, soprattutto quando la cronaca si mescola con la politica. E il riferimento all’attivista americano Charlie Kirk? Bianca è netta: “Un crimine che risponde a dinamiche tutte americane – dice Bianca – e mi sembra enorme che istituzioni chiamate a rappresentare il Paese parlino di Brigate Rosse. Sono paragoni totalmente impropri”.
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Gaza, Ucraina e i talk show
Nel suo racconto, la conduttrice non risparmia stoccate nemmeno sulle tensioni internazionali: “L’occupazione della Cisgiordania e quanto avviene nella Striscia di Gaza rappresentano uno spartiacque – prosegue nell’intervista Bianca Berlinguer – Il sentimento di ribellione morale rispetto a una frattura tanto profonda non può non coinvolgere emotivamente. (…) Tanta passione e tanta ribellione morale mi sembrano positive, significano che non c’è assuefazione rispetto all’inerzia dei governi europei“.
Quando le si chiede se il bisogno di “venire alle mani” sia giustificato, risponde con il suo stile unico: “Il dibattito legato alla Palestina è forte e scatena reazioni forti. Enzo Iacchetti sta tutto dentro questo sussulto etico. E non si capisce perché tali istanze dovrebbero rimanere fuori dai talk. Se si riesce a non trascendere, il talk è uno dei posti dove si manifestano emozioni condivise da chi ci guarda da casa”. Non manca una battuta sulla differente attenzione dei telespettatori, soprattutto se si parla di Ucraina: “Certo, l’attenzione collettiva viene e va, ma ciò che succede nell’opinione pubblica rispetto a Gaza mi sembra qualcosa di più profondo e di più resistente”.