La testimonianza dell’ex dipendente di Chiara Ferragni
Nel suo ultimo video, la giornalista Charlotte Matteini ha approfondito alcuni passaggi del nuovo libro scritto da Selvaggia Lucarelli, con particolare attenzione a una sezione che racchiude la testimonianza di un’ex dipendente di Chiara Ferragni. “Il giro d’affari rispetto alla vendite delle immagini di Chiara Ferragni era altissimo. Giulia ha lavorato in stage per TBS Crew per un anno a 300 euro al mese, a Milano. Lavorava per 8 ore al giorno. Extra ed eventi compresi. Lo stage non era formativo perché nessuno l’ha mai formata, lei lavorava e basta. Allo scadere dell’anno, a Giulia le viene proposto un contratto di collaborazione a partita iva a 1500 euro al mese“, ha dichiarato la giornalista nel corso del video.
“Giulia racconta che era di fatto una dipendente, aveva tutti gli obblighi di una dipendente ma non le tutele” […] “Giulia dice che quando è rimasta incinta ha lavorato fino alla data del termine e poi loro le avrebbero detto ‘tu continua a fatturarci la stessa cifra, se poi ogni tanto c’è bisogno di fare qualcosa ti scriveremo‘. Ma cosa succede? Che a due mesi dal parto Fabio Maria Damato inizia a darle dei compiti fuori dalle sue mansioni. Questo perché ovviamente essendo un contratto a partita iva lei non aveva le tutele che spettano di solito alle dipendenti in maternità”, ha proseguito Matteini. (Continua a leggere dopo la foto)
La telefonata con Fabio Maria Damato
Il racconto della giornalista prosegue, e nel corso del video Charlotte Matteini ha sottolineato un passo del libro di Selvaggia Lucarelli in cui viene riportata una telefonata tra l’ex dipendente di Chiara Ferragni e Fabio Maria Damato. “Poco dopo le offrono un contratto da manager editoriale del sito a 1600 euro al mese, da assunta, ma senza rimborso spese. Lei tentenna, ma dopo 12 ore danno il lavoro a un amico di Damato. “Lo chiamo e gli chiedo ‘perché la mia proposta di lavoro non è più valida?’ e lui mi risponde ‘ma nelle tue condizioni dove pensavi di andare? dovevi accettare subito! c’è la guerra, c’è il covid, fai un lavoro in via di estinzione, cosa pensavi di trovare di meglio?“. La giornalista ha poi concluso: “In un’azienda con marginalità altissime le offerte che si sono susseguite non sono state all’altezza del nome dell’azienda“.