
C’è chi parla di un’aria sospesa, chi descrive la mattinata come una di quelle in cui “si sente che sta per accadere qualcosa”. La protagonista, però, è rimasta composta, silenziosa, preparata al clamore che il suo arrivo avrebbe inevitabilmente generato. Oggi, nella cornice del Tribunale di Milano, si è consumato un nuovo capitolo di una vicenda che da mesi tiene accesi i riflettori: il procedimento giudiziario legato a Chiara Ferragni e al celebre Pandoro Gate. Un appuntamento atteso non solo dai media, ma anche dall’opinione pubblica, che continua a seguire ogni dettaglio del caso con attenzione quasi meticolosa.
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Chiara Ferragni davanti al giudice: la richiesta dei PM
Quando Chiara Ferragni è uscita dall’aula, la folla di giornalisti già sapeva che quel momento sarebbe stato fondamentale. Il processo con rito abbreviato ha portato i pubblici ministeri a chiedere una condanna di un anno e otto mesi per truffa aggravata. Una richiesta pesante, che conferma la gravità attribuita alla vicenda.
L’influencer, come sempre misurata nelle dichiarazioni pubbliche, ha pronunciato poche parole:
“Sono fiduciosa, non posso dire altro… Non posso aggiungere altro… Grazie di essere qua…”
Frasi brevi, calibrate, che lasciano intuire un’emotività trattenuta ma presente, e che alimentano domande e interpretazioni.
In Tribunale era presente anche l’inviato de La volta buona, pronto a cogliere ogni sfumatura nel comportamento della protagonista.
Il retroscena rivelato in diretta: chi era la troupe misteriosa?
Domenico Marocchi, collegato in diretta da Milano, ha aggiunto un tassello inatteso alla giornata. Tra le tante presenze giornalistiche – tutte regolarmente accreditate – i carabinieri hanno individuato una troupe con telecamere che, dopo i controlli, non risultava appartenere a nessuna testata. Marocchi ha raccontato:
“A un certo punto sono arrivati per dei controlli i carabinieri e hanno trovato delle persone con la telecamera che non sono risultati essere legati ad una testata… Probabilmente non si erano accreditati…”
Una presenza fuori posto, discreta ma abbastanza evidente da attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, che hanno invitato la troupe ad allontanarsi.
“Sono stati invitati a lasciare il corridoio perché l’udienza è a porte chiuse…”, ha precisato l’inviato.
Un dettaglio che sembrerebbe insignificante, se non fosse che quella troupe era presente sin dalle 8:30 del mattino, proprio come i giornalisti regolarmente autorizzati. Un comportamento non improvvisato.
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