
Personaggi tv. Addio a Claudia Adamo, la malattia spiegata dall’oncologo – Era una di quelle presenze rassicuranti che entrano nelle nostre case senza far rumore. Un viso noto, una voce precisa e affidabile, come lo sono le previsioni del tempo che scandiscono la nostra quotidianità. Ma dietro quella calma professionale si celava una battaglia silenziosa, combattuta lontano dai riflettori.

Addio a Claudia Adamo, la malattia spiegata dall’oncologo
Domenica 27 luglio, a soli 51 anni, se n’è andata Claudia Adamo, figura centrale del servizio Rai Meteo, responsabile nell’ambito della direzione Rai Pubblica Utilità e in passato apprezzato volto di Sky Meteo 24. Una malattia implacabile, che l’aveva colpita da tempo, l’ha portata via troppo in fretta. Ma la sua morte non è solo un lutto per chi la conosceva: è anche un’occasione per riflettere su come, nonostante i progressi della medicina, il tumore continui a mietere vittime, anche tra i più giovani.

L’impatto emotivo e i dati che fanno riflettere
“Quando una persona muore giovane, in piena attività, l’effetto emotivo è devastante”, ha spiegato all’Adnkronos Salute Francesco Perrone, presidente dell’Associazione italiana medici oncologi (Aiom). Il dolore colpisce non solo la famiglia, ma anche la rete di affetti e colleghi che faticano ad accettare una perdita così dura. Eppure, ci sono dati che raccontano anche una speranza: tra il 2006 e il 2021, in Italia la mortalità per tumore nelle donne sotto i 50 anni è calata del 21%, mentre per gli uomini della stessa fascia di età la riduzione è stata del 28%. Numeri importanti, che testimoniano i grandi progressi nelle terapie, anche se, come sempre, la medicina non è uniforme nei suoi successi.
Non tutti i tumori, infatti, rispondono allo stesso modo alle cure. “Per le donne il cancro al seno ha registrato un calo della mortalità del 31%”, sottolinea Perrone, mentre negli uomini il tumore al polmone ha mostrato miglioramenti significativi. Ma c’è anche l’altro lato della medaglia. “Per alcuni tipi di tumore, come quello al pancreas, i progressi sono stati minimi e frammentari”, ammette l’oncologo. “È una delle neoplasie più insidiose, e dobbiamo fare ancora moltissimo per affrontarla con efficacia”. La chiave resta sempre la stessa: investire nella ricerca, perché senza nuove terapie e approcci innovativi, la battaglia resta impari.
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