L’attacco social e la replica di Costantino Vitagliano
Come se non bastasse la battaglia contro la malattia, Costantino Vitagliano si è trovato a fronteggiare un episodio che ha indignato il web: un attacco social violento e gratuito.
“Spero che tu muoia presto. Sei sempre stato un ragazzo cattivo e una me**a.”
Questo il messaggio ricevuto da un utente anonimo proprio mentre l’ex tronista si trovava in ospedale per un controllo.
Vitagliano, però, ha scelto di non restare in silenzio e ha risposto con parole che invitano alla riflessione:
«La mia domanda è: ma quando ti scrivono un messaggio del genere cosa passa per la mente della gente? Perché il mondo è diventato così cattivo? Con chi neanche conosci?»
Poi, rivolgendosi ai suoi follower, ha aggiunto:
«Ditemi cosa ne pensate di questo messaggio, scrivetemelo.»
Un gesto che ha commosso molti fan e riaperto il dibattito sull’odio in rete. Perché dietro ogni personaggio pubblico c’è una persona reale, che soffre, si cura e cerca — come tutti — un po’ di comprensione in più.
Il sostegno dei follower a Costantino Vitagliano
Nonostante la violenza dei messaggi ricevuti, Costantino Vitagliano ha potuto contare sull’affetto dei suoi follower, che si sono lanciati in un vero e proprio coro di supporto sotto il post. Tra i commenti più significativi:” Che cattiveria gratuita, forza Costa!” scrive un utente. “Ciao Costantino, – scrive qualcun altro – purtroppo esiste anche questa gente meschina, secondo me l’invidia e la cattiveria aumentano molto nei confronti delle persone famose come te. Comunque non ti curar di loro. Ti faccio i miei auguri più sinceri per le cose della tua vita.”. E ancora: “Forse la frustrazione e l’invidia portano alcuni soggetti ad avere reazioni violente che nascondono rabbia e risentimento per una vita mediocre ed infelice (la loro ovviamente…)”, “Un po’ è colpa dei social dove tutto è permesso e che sta facendo peggiorare i fuori di testa di tutte le età.”
Il sostegno dei fan ha trasformato l’episodio negativo in un momento di comunità e vicinanza, dimostrando quanto l’empatia possa ancora prevalere sul web e offrendo una riflessione sul fenomeno dell’odio digitale.