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Devastante lutto in Rai: morto improvvisamente il volto storico della TV italiana

Dagli esordi nelle grandi testate al Tg2: una carriera lunga e prestigiosa

Nato nel 1951, Giovanni Masotti ha attraversato alcune delle stagioni più rilevanti del giornalismo italiano. I primi passi della sua carriera sono legati a importanti testate nazionali, dove ha iniziato a farsi conoscere per l’attenzione ai dettagli, la cura nell’approfondimento e la capacità di analisi dei contesti internazionali. Questo percorso lo ha portato, nel giro di alcuni anni, a entrare nella Rai, l’azienda nella quale avrebbe trascorso la parte più significativa della sua vita professionale.

All’interno del servizio pubblico, Masotti ha ricoperto diversi ruoli di primo piano. È stato inviato sui principali teatri della politica e dell’attualità, conduttore di spazi informativi, corrispondente estero da Londra e da Mosca, occupandosi in particolare di politica internazionale, relazioni Est-Ovest e dinamiche europee. In queste posizioni ha seguito passaggi storici cruciali, raccontando ai telespettatori italiani cambiamenti geopolitici, crisi diplomatiche e transizioni politiche che hanno segnato la fine del Novecento e l’inizio del nuovo millennio.

Giovanni Masotti, morto a 74 anni lo storico giornalista del Tg2: Rai in lutto

Addio a Giovanni Masotti, inviato e vicedirettore del Tg2

La sua competenza e la lunga esperienza sul campo lo hanno portato ad assumere anche incarichi dirigenziali all’interno della redazione del telegiornale. Giovanni Masotti è stato infatti vicedirettore del Tg2, contribuendo all’impostazione editoriale del notiziario, al coordinamento del lavoro giornalistico e alla definizione delle linee di approfondimento. Colleghi e addetti ai lavori lo ricordano come un professionista esigente, ma sempre rispettoso delle regole del mestiere e dell’etica dell’informazione.

Negli ultimi anni, dopo aver concluso il suo lungo percorso nella Rai, Masotti aveva scelto di dedicarsi in modo crescente alla realtà locale, assumendo la guida della testata viterbese “Lamiacittànews”. In questo contesto ha continuato a occuparsi di informazione, mettendo a disposizione del territorio la sua esperienza maturata in ambito nazionale e internazionale. Il suo impegno è proseguito fino a poco tempo prima del ricovero, a conferma di una passione per il lavoro che non si è mai affievolita.

Il cordoglio di Unirai e delle istituzioni

La notizia della morte di Giovanni Masotti ha suscitato immediate reazioni da parte del sindacato interno alla Rai e delle istituzioni. Unirai, il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, ha diffuso una nota ufficiale con cui ha espresso la propria vicinanza ai familiari e ai colleghi del giornalista: «Unirai esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Giovanni Masotti, giornalista Rai di lunga esperienza e professionalità. Alla famiglia, ai colleghi e a quanti hanno condiviso con lui un percorso umano e professionale va la nostra sincera vicinanza».

Parole di ricordo sono arrivate anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha voluto rendere omaggio alla figura di Masotti con un messaggio pubblico diffuso sui social. Il ministro ha scritto: «Sono profondamente addolorato per la scomparsa improvvisa di Giovanni Masotti. Se ne va un bravissimo giornalista, ma soprattutto un grande amico e una persona perbene. Ricorderò le giornate passate insieme da studenti e da giornalisti. Ciao Giovanni, riposa in pace». Il riferimento agli anni della formazione e ai primi passi nella professione mette in luce un legame personale di lunga data, che si è mantenuto anche quando le rispettive carriere hanno seguito strade diverse.

Messaggi di cordoglio e di stima sono giunti inoltre da ex direttori di testata, colleghi delle reti Rai, giornalisti di altre emittenti e testate nazionali. In molti hanno sottolineato il contributo di Giovanni Masotti all’evoluzione del giornalismo televisivo, in particolare nella copertura delle notizie internazionali e nella spiegazione dei contesti geopolitici a un pubblico generalista. La sua figura viene ricordata come esempio di professionalità e di serietà nel trattamento delle notizie.

All’interno della comunità giornalistica, la scomparsa di Masotti è stata descritta come un vuoto profondo, non solo dal punto di vista professionale ma anche sul piano umano. Molti colleghi hanno ricordato episodi di collaborazione in redazione, viaggi di lavoro condivisi e lunghi turni in studio durante eventi di rilievo internazionale, sottolineando il suo atteggiamento sempre equilibrato e la disponibilità al confronto con i colleghi più giovani.

Un riferimento per più generazioni di telespettatori

Nel corso della sua attività, Giovanni Masotti è diventato per molti cittadini un volto familiare dell’informazione Rai. La sua presenza nei notiziari del Tg2 ha accompagnato, nel tempo, diverse generazioni di telespettatori, che hanno seguito attraverso le sue cronache alcune delle pagine più delicate della storia contemporanea. Il suo modo di raccontare i fatti, improntato alla chiarezza espositiva e alla precisione dei dati, gli ha consentito di conquistare la fiducia di un pubblico ampio e diversificato.

A distinguerlo era un approccio sobrio, privo di enfasi eccessive, ma al tempo stesso attento a rendere comprensibili anche i passaggi più complessi di vicende internazionali e politiche. La capacità di mantenere un tono equilibrato, pur in presenza di eventi drammatici o particolarmente delicati, è stata più volte evidenziata da chi ha lavorato con lui e da chi lo ha seguito come spettatore. Questo stile ha contribuito a definirlo come una figura autorevole, sobria e rispettata nel panorama dell’informazione italiana.

Il percorso professionale di Masotti, sviluppatosi tra redazioni nazionali, corrispondenze estere e impegno locale, rappresenta un esempio di continuità e di adattamento alle trasformazioni del giornalismo, in particolare nel passaggio dai format tradizionali alle nuove forme di fruizione delle notizie. Anche dopo l’uscita dai ruoli di primo piano nella Rai, infatti, ha continuato a seguire l’attualità, a commentare i principali avvenimenti e a partecipare al dibattito pubblico attraverso la stampa locale e le piattaforme digitali.

Con la morte di Giovanni Masotti, il giornalismo italiano perde una figura di riferimento, legata a una stagione in cui il racconto televisivo dell’attualità si fondava su tempi più distesi, su approfondimenti e su analisi puntuali. La sua eredità professionale resta legata alla correttezza dell’informazione, al rispetto del pubblico e alla volontà di fornire un quadro il più possibile completo e verificato dei fatti. Un contributo che viene oggi ricordato con riconoscenza da colleghi, istituzioni e cittadini che per anni hanno seguito il suo lavoro sullo schermo e sulle pagine dei giornali.

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