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Enrica Bonaccorti e il tumore: “Ho già pensato al funerale”. Cala il gelo dalla Toffanin

Enrica Bonaccorti e il tumore, dal testamento alla playlist per il funerale

Uno degli aspetti più sconvolgenti e sinceri della sua intervista riguarda la sua lucidità nell’affrontare la fine, un tema che ha spiazzato anche la stessa Silvia Toffanin. La Bonaccorti ha rivelato di aver pianificato ogni dettaglio, confessando: “Ho già pensato al funerale, le canzoni da mettere, chi può parlare”. Non potendo concentrarsi su “cose astratte”, la conduttrice si è focalizzata sulla “cose pratiche”, pensando anche a preservare i suoi ricordi, le poesie e i racconti scritti, affinché non andassero persi.

La sua principale fonte di forza e tranquillità rimane la figlia: “Mia figlia è la mia vera ragione di vita, con lei mi sento tranquilla e mi ritengo fortunata”. Ha anche chiarito che, sebbene non parlino di questi temi, lei ha già provveduto a tutto, compreso il testamento. I dettagli sul funerale sono stati resi pubblici, rivelando una sensibilità artistica anche in questo momento estremo: vorrebbe che la cerimonia iniziasse con “Rapsodia” di George Gershwin e proseguisse con “Why” di Annie Lennox. Questa pianificazione maniacale del congedo è un modo per lei di mantenere il controllo in una situazione altrimenti ingestibile.

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La fede e la ricerca di un appiglio nel mondo

Infine, la Bonaccorti ha toccato un tema profondamente intimo e spirituale, quello della fede. Pur ammettendo di essere atea, non nasconde una certa “invidia” verso chi riesce a trovare conforto nella religione: “Io sono atea, ma un’atea invidiosa, perché chi crede si aggrappa alla fede”. La mancanza di un appiglio trascendente la costringe a cercare la sua forza altrove, trovandola nella concretezza degli affetti e della sua produzione artistica.

Il suo supporto emotivo è saldo: “Io mi appoggio a mia figlia, alle mie poesie, a quello che scrivo”. Ha inoltre dedicato un pensiero commosso ai suoi genitori, immaginando il conforto che sua madre le avrebbe dato: “Oggi mia mamma mi direbbe ‘sei speciale’”. La sua testimonianza, dunque, si chiude con l’immagine di una donna che, pur senza la consolazione della fede, trova la sua ragione per combattere e “essere al mondo” nell’amore filiale e nel lascito delle sue creazioni. La Bonaccorti ha dimostrato, nel suo sincero racconto a Verissimo, un coraggio e una trasparenza che l’hanno riportata al centro dell’attenzione, non più solo come conduttrice, ma come simbolo di una battaglia combattuta con dignità e realismo, come appreso dalle sue dichiarazioni.

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