Fabrizio Corona choc, finisce malissimo: cos’è successo – Secondo quanto riportato da «Il Corriere della Sera» un carabiniere della Compagnia di Mazara del Vallo, Luigi Pirollo, e un politico trapanese, il consigliere comunale Giorgio Randazzo, avevano in mente di vendere al miglior offerente una serie di file top secret sulla cattura di Matteo Messina Denaro. I due ora sono agli arresti domiciliari. Pirollo, che materialmente ha «rubato» i documenti dal server dell’Arma, è accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio; il complice invece di ricettazione. L’indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.
Leggi anche: Fabrizio Corona, veleno su Mediaset e Ilary Blasi: cosa ha detto
Leggi anche: Antonella Fiordelisi, la bomba di Fabrizio Corona: “Ecco chi è il suo nuovo fidanzato”
Fabrizio Corona choc, finisce malissimo: cos’è successo
I due indagati, Luigi Pirollo e Giorgio Randazzo, che avevano pianificato di guadagnare decine di migliaia di euro con la vendita dei file si erano rivolti a Fabrizio Corona. Il fotografo, la cui casa è stata perquisita in serata ieri, li aveva mandati da un amico, Moreno Pisto, direttore del quotidiano online «Mow».Gli inquirenti avevano intuito che qualcosa bollisse in pentola, infatti, avevano fatto mettere sotto controllo il telefono dell’ex re dei paparazzi. (continua a leggere dopo le foto)
leggi anche: Piera Maggio: “Denise viva fino a prova contraria”, poi parla di Matteo Messina Denaro
leggi anche: Denise Pipitone, Messina Denaro sa qualcosa? Parla l’avvocato Frazzitta
Offrono a Corona file riservati su Messina Denaro
“Nel corso di una conversazione registrata il fotografo aveva fatto riferimento a uno “scoop pazzesco” di cui era in possesso un consigliere comunale. Allora gli inquirenti non avevano ancora completato il puzzle, ma il dialogo li aveva insospettiti. Nel frattempo Pisto, insieme a Corona, aveva incontrato il politico che gli aveva proposto l’affare e con uno stratagemma era riuscito a copiare tutti i file messi in vendita dal consigliere. Compresa la delicatezza del materiale, il giornalista si era rivolto a un collega e poi alla polizia raccontando tutta la storia. A quel punto l’inchiesta è entrata nel vivo e, attraverso indagini informatiche, è venuto fuori che a rubare i documenti copiati dal direttore di Mow era stato il militare che aveva lasciato tracce del suo accesso al sistema dell’Arma e inoltre che il carabiniere aveva stretti rapporti col consigliere comunale di Mazara. Il piano è stato così scoperto”, scrive «Il Corriere della Sera». (continua a leggere dopo le foto)
Offrono a Corona file riservati su Messina Denaro: arrestati un maresciallo e un politico
È saltata fuori che tra i 768 file riservati sulla cattura di Messina Denaro ‘rubati’ dal carabiniere c’era anche un documento del Ros con la programmazione degli obiettivi da perquisire dopo l’arresto del capomafia. Nella versione del file trafugata dal militare, per un errore di trasmissione, non era indicato il covo di vicolo San Vito, di Campobello di Mazara, in cui il padrino ha trascorso l’ultimo periodo di latitanza, che faceva capo al geometra Andrea Bonafede. “Una circostanza usata dal carabiniere e dal suo complice, un politico locale, per imbastire un finto giallo con al centro il presunto disegno degli investigatori di ritardare la perquisizione ufficiale della casa e occultare materiale scottante”, evidenzia l’«Ansa». Il piano dei due arrestati è stato però sventato dalla Dda di Palermo.