L’augurio di De Gregorio per chi soffre
«A merenda siccome é festa un budino di vaniglia, – ha scritto con un pizzico di ironia amara Concita De Gregorio – grande idea della caposala. Come ogni anno, sono con chi non può permettersi di andare in vacanza. Perché non ci sono i soldi, perché non c’è la salute, perché meglio così, in fondo, aspettiamo momenti migliori». La giornalista ha poi proseguito sottolineando l’importanza di avere supporto e vicinanza da familiari e amici.
«Questo é anche un grazie agli amici che chiamano per consolare/conversare e mandano foto dalle ferie: qui ne facciamo tornei, fra vicini di letto, passandocele. Abbiamo una classifica di tramonti, credo che anche quest’anno vincerà la Grecia. Stiamo bene, a raccontarci le nostre storie nei minuti liberi dei cambi turno», aggiunge.
Concita De Gregorio ha poi rivolto una riflessione e un augurio a chi soffre di questa condizione sentendosi in una gabbia senza nemmeno la consolazione delle persone care. «Un pensiero grande a chi é proprio solo, a chi é per qualche ragione costretto o rinchiuso, recluso. “Siempre que llovió, paró” volta che è piovuto, dicevano i vecchi nelle campagne della mia infanzia – si legge nella parte finale della lettera – ”ogni volta che ha iniziato a piovere, ha smesso”. È una regola mai smentita. Anche quella famosa volta dell’Arca, alla fine smise. Buon Ferragosto, che siano il più possibile lievi i giorni e i pensieri».