Ornella Vanoni, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto arrivano ai funerali e non riescono a parlare
Il culmine delle celebrazioni è stato raggiunto alle 14:45, con i funerali nella suggestiva chiesa di San Marco nel quartiere Brera, a seguito della chiusura della camera ardente. Qui si è consumato l’ultimo e più solenne atto di omaggio, caratterizzato dalla presenza discreta ma significativa di figure chiave della televisione e dello spettacolo, come Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, arrivati in silenzio, accompagnati da Paolo Jannacci, figlio di Enzo e caro amico di famiglia. La loro presenza muta e composta ha espresso il rispetto per quel dolore che li ha visti stretti alla cantante negli anni, culminato nella toccante puntata di Che tempo che fa del giorno precedente.
Il momento più atteso e carico di significato è stato tuttavia l’omaggio musicale promesso: a suonare durante le esequie è stato il compositore e trombettista jazz Paolo Fresu. Un dettaglio intimo e profondamente toccante, poiché è stato un desiderio espresso dalla stessa Vanoni ben sei anni fa. La melodia del jazz, genere nobile e improvvisatore, ha accompagnato l’addio, onorando lo spirito libero e la statura artistica della diva. L’ultima nota, suonata dal trombettista, ha sigillato l’uscita di scena di una donna che, come Nannini ha suggerito, è andata a fare il suo “grande concerto, su, sopra di noi, dove sei sempre stata”. Ornella Vanoni lascia così un vuoto incolmabile, ma anche un’eredità di coraggio, eleganza e musica che non conoscerà mai la fine.
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Ornella Vanoni, il tributo di Brunori e Cucciari
La riflessione sull’eredità di Ornella Vanoni si è ampliata, toccando temi di libertà personale e integrità artistica. Il cantautore cosentino Dario Brunori ha ricordato l’artista con parole che vanno oltre la musica, definendola una “persona libera” che ha saputo preservare quel “fanciullino che è in noi che è un po’ il motore di noi artisti”. Brunori, che aveva conosciuto la cantante un anno fa durante la trasmissione di Fabio Fazio, ha espresso un legame non solo musicale ma soprattutto umano, ricordando l’ironia della Vanoni in merito a una sua visita in Calabria.
Secondo Brunori, l’eredità più preziosa che lascia è la capacità di “portare avanti una proposta artistica di qualità“. Ha sottolineato come la cantante abbia saputo “combinare la critica nazional-popolare con quella d’élite”, un equilibrio rarissimo nel panorama culturale. Sulla stessa lunghezza d’onda si è espressa l’attrice e conduttrice Geppi Cucciari uscendo dal Piccolo Teatro. La Cucciari ha ammesso che gli incontri sono stati meno frequenti di quanto avesse desiderato, ma che erano “incontri di calore, di verità, di coraggio, di audacia”. Ha sintetizzato la sua figura definendola un “simbolo di libertà, una donna forte, intellettuale, un’artista grandiosa”, aggiungendo che “Ha sempre avuto il coraggio di dire quello che voleva“. Queste testimonianze convergono nel ritrarre una donna che ha fatto della sincerità e dell’audacia la sua cifra distintiva.