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Gerry Scotti si racconta: “È una malattia…”, ne soffrono parecchi colleghi ma non lo dicono

Gerry Scotti: “Ho voluto io rifare la Ruota”

Il successo della nuova Ruota della Fortuna nasce da un’idea tutta sua. «L’ho pretesa, l’ho chiesta io. Dopo anni che lo ripetevo, Pier Silvio Berlusconi mi ha accontentato e mi ha lasciato fare una trentina di puntate celebrative. Poi, quando l’ha vista in onda con la sua famiglia, mi ha chiamato: “Gerry, questo è il programma che devi fare tutti i giorni”».
Da quella decisione, il gioco è tornato a macinare ascolti e simpatia, riportando in tv un’atmosfera che sembrava perduta.

Il futuro, tra innovazione e leggerezza

Gerry non si ferma mai. Oltre alle novità introdotte nel gioco – come il “Giramondo”, ispirato ai linguaggi e alle culture del mondo – lavora già a nuove idee. «Spesso mi vengono prima di dormire», racconta. E se gli si chiede che animale sarebbe nel suo “regno degli animali” appena introdotto, risponde con autoironia: «Un orso. Pigro, brontolone, ma buono». Dopo quarant’anni di carriera, il suo voto se lo dà da solo: «Otto più». Un punteggio generoso, ma meritato. Perché la sua televisione – garbata, accogliente, senza puzza sotto il naso – continua a mettere insieme milioni di italiani. E se l’Auditel resta una malattia di cui molti soffrono in silenzio, Gerry Scotti sembra aver trovato la cura migliore: la gratitudine di chi lo guarda ogni sera, senza fargli mancare mai un sorriso.

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