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Grande Fratello, chi figuraccia Simona Ventura! Se ne sono accorti tutti

Il ruolo del gobbo

Tra gli elementi più discussi di questa edizione spicca il ruolo del gobbo televisivo, definito ironicamente “gobbolo”, diventato di fatto il vero protagonista, più degli stessi concorrenti e dei dati di ascolto. Da semplice strumento di supporto alla conduzione, si è trasformato in un dispositivo centrale nella gestione del racconto, condizionando in modo evidente i tempi, le parole e i movimenti in studio. L’impressione è che il flusso della serata fosse guidato quasi esclusivamente dal testo scorrevole sul monitor, con margini molto ridotti per l’improvvisazione. Per la conduttrice, abituata storicamente a dominare la diretta grazie a una forte capacità di reazione e alla gestione istintiva del ritmo televisivo, questo utilizzo pervasivo del gobbo ha rappresentato un vincolo costante. Invece di servirsi del dispositivo come semplice guida, è apparsa più volte subordinata alle sue indicazioni, costretta a seguire passo dopo passo una traccia quasi invalicabile. Lo sguardo continuo verso lo schermo, l’aderenza letterale al testo e la difficoltà a uscire dal seminato hanno restituito l’immagine di una figura imbrigliata in un percorso obbligato.

Da qui la percezione, ribadita da molti commentatori, di una Simona Ventura ridotta a una sorta di “esecutrice tecnica” delle indicazioni redazionali, più che regista in tempo reale del programma. La sua storica capacità di modulare i toni, di cambiare registro a seconda delle situazioni in studio e di gestire imprevisti e tensioni in diretta è stata compressa da un impianto narrativo molto controllato, nel quale ogni passaggio appariva scandito da una precisa riga di testo. Il risultato, evidenziato nel corso delle puntate, è stato quello di una conduzione meno spontanea e più meccanica, nella quale i momenti di naturalezza sono apparsi rari e spesso relegati alle fasi finali della serata. La sensazione di “gabbia” creata dal gobbo ha contribuito a rafforzare l’idea di una conduzione frenata, distante dall’immagine di libertà televisiva che aveva caratterizzato gran parte della carriera della conduttrice.

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Studio del Grande Fratello durante la conduzione di Simona Ventura

Flop del GF, ascolti deludenti e un clima di immobilità in studio

Al quadro già complesso si è aggiunto l’andamento dei ascolti, considerati da sempre l’indicatore principale dello stato di salute di un format come il Grande Fratello. I risultati ottenuti non hanno raggiunto le aspettative iniziali e, secondo le analisi diffuse nei giorni successivi alle puntate, si sono attestati su livelli giudicati inferiori al potenziale del programma e del nome coinvolto in conduzione. Questa situazione ha inevitabilmente influito sul clima generale, contribuendo a dare l’impressione di un prodotto sotto pressione. Quando il riscontro del pubblico non è in linea con le attese, la conduzione tende spesso a irrigidirsi, puntando più sulla tenuta tecnica che sulla sperimentazione. Nel caso specifico, la sensazione è che il calo di entusiasmo sul fronte dei ascolti abbia accentuato la scelta di un passo prudente, con una gestione della diretta focalizzata sulla corretta esecuzione della scaletta piuttosto che su un uso creativo del tempo televisivo. Questo ha contribuito a rafforzare l’immagine di un programma che procede, ma senza slancio.

In questo contesto, anche il ruolo degli opinionisti, tradizionalmente chiamati ad animare il dibattito, a inserire punti di vista divergenti e a creare momenti di confronto acceso, è apparso attenuato. La loro presenza è sembrata spesso marginale, più di contorno che realmente centrale nella dinamica delle puntate. Tale impostazione ha alimentato la percezione di una certa immobilità complessiva, evidenziando una mancanza di vera dialettica all’interno della trasmissione. La combinazione di una conduzione fortemente guidata, di un uso esteso del gobbo e di ascolti al di sotto delle aspettative ha così composto il quadro di un’edizione che faticava a decollare. Il format, pur riconoscibile nelle sue strutture fondamentali, sembrava procedere con il freno tirato, con un livello di energia inferiore rispetto alle stagioni più ricordate dal pubblico.

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