Ero da pochi giorni a Mediaset e, in redazione, ascoltavo la telecronaca di una https://t.co/WCq3mHdDqJ voce era stentorea, piena di ritmo. Chiesi:”ma chi è questo?”. Franco Ligas, mi fu detto.E io, di rimando:”E allora perché avete chiamato me?”
— bruno longhi (@bruno_longhi) September 15, 2025
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Eleganza nel narrare ippica e boxe: addio a Franco Ligas
Oltre al pallone, il giornalista coltivava una passione autentica per due mondi sportivi spesso ai margini dell’attenzione mediatica: l’ippica e la boxe. Conosceva i cavalli, i fantini, le scuderie come pochi altri professionisti del settore, e riusciva a raccontare le corse con una precisione tecnica che non escludeva la poesia.
Nella boxe, invece, trovava la drammaturgia perfetta: l’attesa, lo scontro, la caduta e la rinascita. Ogni incontro diventava per lui una piccola epopea umana. Anche quando i riflettori si spegnevano, Franco Ligas, noto giornalista sportivo, continuava a coltivare rapporti sinceri con atleti e colleghi, con quella discrezione che è propria di chi non ha bisogno di apparire. La sua scomparsa segna la fine di un modo di fare giornalismo sportivo che sapeva essere profondo senza essere pesante, brillante senza essere superficiale — e che oggi, più che mai, lascia un’eredità preziosa a chi raccoglierà il testimone.
Franco Ligas: icona della TV sportiva anni ’90
Come non riconoscere la bravura e la simpatia di Ligas, volto notissimo della TV sportiva anni ’90. La sua presenza davanti alle telecamere non passava mai inosservata: ogni intervento, ogni telecronaca era accompagnata da quella capacità unica di coinvolgere il pubblico, rendendo ogni partita, ogni corsa o incontro, un momento memorabile.
Chi ha vissuto quegli anni ricorda con affetto la sua voce calda e ironica, capace di trasformare la cronaca in racconto e di far appassionare anche chi si avvicinava per la prima volta al mondo dello sport.
