L’addio alla tv e l’elogio delle vere dive
Oggi Platinette non sogna un ritorno in televisione: “Non c’è più molto per cui valga la pena. Gli opinionisti sono diventati comparse al servizio dell’ego smisurato dei conduttori. Noi vecchia guardia — io, Sgarbi, Tonon — siamo fuori gioco, o depressi, in un Medioevo dominato dal politically correct e dall’intelligenza artificiale”. Nonostante tutto, non serba rancore: “Della tv non mi manca quasi nulla, se non alcuni signori che non ci sono più, o persone vere come Marco Liorni, che non ha avuto paura di farmi lavorare anche quando parlavo come una cocorita ferita”. E poi c’è un nome che cita con affetto e ammirazione: Barbara D’Urso. “È l’ultima vera diva della televisione. Come Gloria Swanson in Viale del tramonto: ha conosciuto la gloria e poi l’esilio. Ma si rialzerà, perché ha la resistenza dell’acciaio”, ha evidenziato Platinette.

Tra orgoglio e disincanto
Sulla società di oggi, Coruzzi non risparmia giudizi taglienti. Dice di non credere nel matrimonio tra persone dello stesso sesso — “una parodia di quello etero” — e guarda con distacco anche al Pride: “Non ci sono più diritti da conquistare, dobbiamo solo convincere due buzzurri microcefali a essere più comprensivi: che sforzo inutile”.
Nel tempo si è definito “un fenomeno da baraccone”, e lo ribadisce con orgoglio: “I fenomeni lasciano una traccia. Ho contribuito a sbadilare quintali di pregiudizi”. Dopo due ictus, un lungo ricovero e la fatica di tornare a parlare, Platinette continua a raccontarsi senza filtri, con il coraggio di chi ha guardato la fragilità negli occhi e ha scelto di riderci su. E forse è proprio questa la sua lezione più autentica: che la leggerezza, anche quando la vita pesa, è una forma di resistenza.