Ornella Muti: “Damiani? Mi diede un ceffone sul set per farmi piangere”
Il racconto si sposta poi sul set, dove la diva rivela episodi sconvolgenti. «Damiani mi girò la testa con un ceffone. Così almeno avrei pianto. Io, per dispetto, non piansi. Un’altra volta mi scudisciò le gambe con un frustino».
Una violenza impensabile, nascosta dietro la patina dorata del cinema degli anni Settanta: «Il medico vide i lividi e mi mise a riposo per quindici giorni. E la produzione rispose: “Dovete ringraziare il cielo che la facciamo lavorare”». Una confessione che mostra quanto spesso il successo femminile fosse ottenuto a caro prezzo.

Tra fede, dolore e rinascita
Dopo anni di eccessi e disillusioni, la ricerca spirituale è diventata per lei un rifugio. «Nel buddismo devi esprimere tre desideri, a breve, medio e lungo termine, e a me non si è realizzato niente. Invece, pregando Dio, dopo una settimana le cose si sono sciolte», racconta. Oggi dice di sentirsi finalmente in pace: «Mi sento più al sicuro sapendo che c’è Dio sopra di me». Una vita vissuta senza scorciatoie, tra luci e ombre, passioni e rimorsi. E in questo libro, Ornella Muti si mostra fragile e autentica, senza più paura di ammettere le proprie cadute. Perché «non c’è niente di più vero di una donna che ha smesso di fingere di essere perfetta».