Un appello alla verità: «Mi ricrederò solo se cambieranno le immagini»
Il video si chiude con una riflessione amara ma lucida: «Quindi mi dispiace ma non ci credo, per ora. Poi, se vedrò delle immagini che non sono più quelle che ho visto sinora, può darsi che mi ricreda». Una frase che suona come un appello al realismo, più che alla sfiducia: Iacchetti non nega la speranza nella pace, ma chiede prove concrete, immagini che mostrino la fine dei bombardamenti, dei morti civili, e l’inizio di un processo vero di riconciliazione.
La sua posizione ha raccolto migliaia di commenti, tra chi lo ringrazia per il coraggio e chi lo accusa di ingenuità. Ma di certo, la voce del comico e conduttore si aggiunge a quella di tanti artisti che negli ultimi giorni hanno chiesto trasparenza e responsabilità su ciò che accade a Gaza.
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L’impatto del messaggio e il valore simbolico
In un panorama mediatico spesso diviso tra diplomazia e censura, l’intervento di Iacchetti rappresenta la voce che chiede chiarezza e verità su una tregua ancora fragile. Il suo messaggio, diffuso in poche ore su tutte le piattaforme social, evidenzia quanto anche il mondo dello spettacolo sia ormai coinvolto in una discussione globale su guerra, propaganda e diritti umani.