Luca Manfredi ricorda il papà Nino: “Stimava enormemente Sordi”
Luca Manfredi ha raccontato a proposito dei due mostri sacri del nostro cinema: «Papà stimava enormemente Sordi, anche perché era un autodidatta. Disse che, se avesse studiato recitazione, sarebbe stato un attore ancora più grande. Alberto non la prese bene: ‘A Manfredi la vecchiaia ha dato alla testa’. Non si parlarono per molto tempo. Ma alla fine si riappacificarono con un abbraccio. Lo immortalai in una foto». Nel 2003 Sordi morì. E il padre come la prese? «Fu un colpo durissimo. Al funerale gli promise: ‘Alberto, ti raggiungo entro un anno’. E mantenne la parola. Papà se ne andò nel 2004».
Il rapporto tra padre e figlio
Che padre è stato? «Assente. Severo. All’antica. Ma come nonno era straordinario. Io da ragazzo volevo fare il medico, come suo fratello. Tre anni di medicina, poi il tirocinio in ospedale. Ma non era la mia strada. Quando mollai, mamma fu comprensiva. Papà no. Mi umiliò». Poi però hanno avuto modo di lavorare insieme: «Io facevo il copywriter. Lui doveva girare uno spot per la Lavazza, ma le battute non lo convincevano. Disse che erano troppo piemontesi. Mi chiese di riscriverle. Da lì nacque la nostra collaborazione. Una saga pubblicitaria che ha lasciato il segno».
Luca Manfredi ha anche diretto il padre: «Durante le riprese di Un commissario a Roma mi svegliò a notte fonda per riscrivere una scena. Il giorno dopo si rese conto che non funzionava e mi scaricò la colpa davanti a tutti. E io esplosi. Quattro persone dovettero portarmi via dal set. Ma negli ultimi anni i ruoli si sono ribaltati. Mi chiedeva piccole parti nei film, mi faceva tenerezza. L’ho sempre accontentato. Anche quando fu il destino a deciderlo per me». Cioè? «Nel 1996 stavo per girare Grazie di tutto con Marcello Mastroianni, già malato. Aveva letto il copione e mi disse: “Il protagonista è un vecchio rompicoglioni. Dai la parte a tuo padre. È perfetto per lui”», ha confessato Luca Manfredi.
