Dalla recitazione alla produzione: una carriera tra cinema e cultura
Come il padre, anche Susan Kendall Newman si è avvicinata al cinema. Negli anni Sessanta ha interpretato ruoli minori ma significativi, apparendo in pellicole come “1964 – Allarme a N.Y. arrivano i Beatles!” di Robert Zemeckis, dove vestiva i panni di Janis Goldman. Un decennio dopo, è comparsa in “Colpo secco”, film che vedeva protagonista proprio suo padre, Paul Newman, segnando così una delle rare occasioni in cui i due hanno condiviso il set. Ma la vera vocazione di Susan si è presto rivelata quella di produttrice e promotrice culturale. Ha lavorato per anni nella televisione via cavo, contribuendo a realizzare adattamenti di opere teatrali classiche in un formato accessibile al grande pubblico.
Uno dei suoi progetti più apprezzati è stata la produzione di audiolibri ispirati ai grandi classici della letteratura per l’infanzia. Un’idea nata dal desiderio di rendere la cultura accessibile a tutti, in particolare ai più piccoli, e che le è valsa una nomination ai Grammy Awards. Chi l’ha conosciuta in quegli anni ricorda la sua passione per l’educazione, il suo modo di unire arte e impegno sociale. “Era una donna che non cercava applausi – racconta un ex collaboratore – ma risultati concreti. Credeva nel potere dell’educazione come strumento per cambiare le cose”.

Una vita vissuta nel segno della riservatezza
Figlia di uno dei volti più amati del cinema americano, Susan Kendall Newman ha sempre mantenuto un profilo estremamente riservato. Pur orgogliosa del padre, non amava essere identificata solo come “la figlia di Paul Newman”. Preferiva che a parlare per lei fossero i suoi progetti, spesso legati a cause sociali e a iniziative filantropiche. Negli ultimi anni aveva ridotto le apparizioni pubbliche, dedicandosi a tempo pieno alle attività benefiche e alla famiglia. Chi le era vicino racconta di una donna “dal sorriso mite ma dallo sguardo deciso”, abituata a muoversi nel silenzio, lontana dagli eccessi del mondo dello spettacolo.
In un universo, quello di Hollywood, spesso dominato dalle apparenze, Susan Kendall Newman ha rappresentato una forma di controcultura gentile: la scelta della misura, la forza della discrezione.