È morto Ludovico Peregrini, lo storico ‘Signor No’ di Rischiatutto
Si è spento all’età di 82 anni, lontano dai riflettori, in una terra straniera ma colma d’amore, accanto alla famiglia che lo ha tenuto stretto fino all’ultimo. La sua storia inizia sulle rive di un lago del Nord Italia, un bambino curioso e silenzioso che avrebbe poi conquistato la fama grazie a un celebre quiz televisivo.
È proprio in quel contesto che il suo nome si trasforma in leggenda: uno sguardo severo, la parola “no” pronunciata con fermezza, e la capacità di essere giusto senza mai perdere l’umanità. Lì, dietro una scrivania, si è guadagnato il rispetto del pubblico diventando il simbolo della correttezza e della precisione sul piccolo schermo.
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Addio a Ludovico Peregrini: un’icona della televisione italiana
Negli anni ’70, la tv italiana si trasforma grazie a trasmissioni che rivoluzionano linguaggio e consuetudini. Tra queste, il Rischiatutto si impone come punto di riferimento, portando nelle case degli italiani non solo il brivido della competizione, ma un modello di gioco televisivo mai visto prima: materie da scegliere, tabelloni luminosi, regole precise e colpi di scena.
L’uomo dietro la scrivania, incaricato di vagliare la veridicità di ogni risposta, diventa rapidamente una figura di culto. Il suo ruolo – apparentemente semplice, ma fondamentale – si trasforma in un vero e proprio marchio: il “no” che sancisce l’errore, senza appello, entra nella leggenda. E quel soprannome, nato quasi per caso, diviene il suo destino.
Il ricordo e l’eredità di una voce unica
Nel ricordo dei suoi cari, resta “pieno di curiosità e leggerezza“, un uomo che non ha mai smesso di ascoltare e di dialogare. La sua più grande soddisfazione non era la notorietà, ma il privilegio di aver “tenuto compagnia a milioni di italiani” con discrezione e sincerità. Un lascito affettivo che va oltre lo schermo, toccando le corde più intime di chi, anche solo per pochi istanti, si è sentito parte di una grande famiglia televisiva.
Il suo addio segna la fine di un’epoca in cui la televisione era più di un semplice passatempo: era un punto di incontro, un rituale collettivo che sapeva unire. Oggi, la voce inconfondibile del “Signor No” continua a risuonare nella memoria delle generazioni che, davanti a uno schermo, hanno imparato a condividere emozioni, attese e sogni. Un pezzo di storia che resta vivo, ogni volta che si pronuncia – con rispetto e nostalgia – quel secco, indimenticabile “no”.