
Il contesto dell’inchiesta e le nuove piste sul caso Orlandi
La scomparsa di Emanuela Orlandi rappresenta da oltre quarant’anni un nodo irrisolto della cronaca italiana. L’approfondimento condotto da Massimo Giletti ha come obiettivo quello di indagare aspetti trascurati dalle precedenti inchieste, con particolare attenzione alle zone d’ombra che avvolgono i rapporti tra la famiglia Orlandi e i servizi segreti. Nelle immagini diffuse in anteprima, Giletti viene ripreso mentre pone domande dirette all’ex agente, che dapprima cerca di allontanarsi per poi reagire in modo violento.
La determinazione del conduttore e della sua redazione è stata sottolineata più volte: il lavoro sul campo, lontano dagli studi televisivi, si è tradotto in una raccolta di testimonianze e documenti inediti. Secondo quanto comunicato dal programma, l’aggressore era stato ascoltato in Commissione Orlandi pochi giorni prima dell’episodio, alla presenza di tutte le autorità competenti. Questo dettaglio conferisce ancora maggiore rilevanza all’incidente e alle informazioni in possesso dell’uomo coinvolto.
Uno dei punti centrali dell’inchiesta è la cosiddetta pista familiare, considerata dagli investigatori della trasmissione come un filone mai realmente approfondito. Il team di Giletti sta tentando di comprendere perché ai tempi si decise di avvisare lo zio di Emanuela, Mario Meneguzzi, di essere oggetto di pedinamento. La questione nasce da una soffiata proveniente dai servizi segreti, attribuita a Giulio Gangi (oggi deceduto), che lavorava a stretto contatto con l’aggressore di Giletti.
Durante il confronto, il giornalista ha insistito su una domanda chiave: “Perché avessero avvisato Mario Meneguzzi che era pedinato, chiedendogli quale fosse l’obiettivo, perché dovevano avvisarlo, sottolineando si tratti di un fatto grave”. Queste insistenze hanno probabilmente scatenato la reazione dell’ex agente, portando all’episodio di violenza documentato dalle telecamere.
Il profilo dell’aggressore: legami e interrogativi
L’identità dell’autore dell’aggressione è stata resa nota dagli autori di “Lo stato delle cose” come quella di un ex esponente del Sisde, l’ex servizio segreto civile italiano. La sua presenza nell’indagine è dovuta proprio alla sua attività passata e ai legami diretti con il caso Orlandi. La Commissione d’inchiesta aveva già ascoltato l’uomo poche ore prima, sottolineando il suo ruolo centrale in alcune delle fasi più delicate delle indagini storiche.
La trasmissione si è soffermata su documenti inediti e testimonianze raccolte negli ultimi mesi, che suggeriscono una partecipazione attiva dell’agente anche in altre vicende rimaste nell’ombra. L’episodio di aggressione, quindi, si inserisce in un quadro più ampio di tentativi di ostacolare la ricerca della verità e solleva l’attenzione sulle condizioni di lavoro dei giornalisti impegnati su casi sensibili.
Massimo Giletti preso a pugni da un ex uomo dei servizi segreti pic.twitter.com/oZiCP6FrdL
— precipitevolissimevolmente (@saures788) December 7, 2025
Le dichiarazioni di Massimo Giletti e il servizio a “Lo stato delle cose”
Nonostante la gravità dell’accaduto, Massimo Giletti ha ribadito in più occasioni la sua intenzione di proseguire con il lavoro d’inchiesta, senza farsi intimidire. “Non ho perso la mia voglia di fare il giornalista di strada. Con tutti i rischi del caso“, ha affermato il conduttore. Le sue parole rappresentano un chiaro messaggio di fermezza e di rispetto verso la professione, ma anche un monito sulle difficoltà quotidiane che i giornalisti investigativi sono costretti ad affrontare.
Nella puntata dell’8 dicembre, come annunciato, verrà mostrato l’intero servizio e sarà svelata l’identità dell’aggressore. Nel frattempo, la redazione sta lavorando per approfondire ulteriormente la pista dei servizi segreti, promettendo nuovi sviluppi e la divulgazione di un documento riservato con pagine mancanti, elemento potenzialmente decisivo per la risoluzione del caso Orlandi.
L’inchiesta promette di far emergere dettagli finora inesplorati, riportando all’attenzione del pubblico una delle vicende più enigmatiche e discusse della storia italiana. I telespettatori attendono con interesse gli ulteriori sviluppi, mentre la trasmissione “Lo stato delle cose” si conferma come uno degli spazi televisivi di maggiore impatto nel panorama dell’approfondimento giornalistico nazionale.