I problemi con l’alcol e le conseguenze legali
Nel corso della sua vita, Corona ha lottato contro la dipendenza da alcol, consumando ingenti quantità di whisky, birra e vino. Nonostante ciò, mantenne uno stile di vita attivo dedicandosi alla corsa e all’arrampicata. La difficoltà di abbandonare queste abitudini, radicate nella vita di paese che tanto ama, ha reso ancora più complessa la sua battaglia contro l’alcolismo.
L’artista ha affrontato vari procedimenti legali, inclusi reati di bracconaggio e blasfemia. L’accusa di sequestro di persona risale a un episodio avvenuto in gioventù, quando, sotto l’influenza dell’alcol, trascinò con forza un amico ateo in chiesa durante la notte di Natale, un gesto che gli costò caro.
Esperienze di vita e riti di passaggio
L’infanzia di Corona fu travagliata, segnata dalla violenza domestica di un padre spesso ubriaco e violento. La madre, Lucia, abbandonò la famiglia quando lui aveva solo sei anni, tornando dopo sette anni in seguito al disastro del Vajont. Questi avvenimenti hanno lasciato un’impronta indelebile sulla sua psiche e sul suo modo di vedere la vita.
A dodici anni, Corona partecipò a un rituale di caccia tradizionale, che prevedeva il bere il sangue della preda uccisa. Tali usanze, insieme al taglio delle code dei galli forcelli, erano parte integrante della cultura montanara in cui è cresciuto. La sua prima scalata sul monte Cevìta rappresentò per lui la comprensione che la vita è una sfida continua, con nuove vette da superare costantemente.
Corona ha sempre temuto il dolore fisico, avendo assistito alla sofferenza di un amico che non trovava sollievo neppure con la morfina. Queste esperienze lo hanno reso consapevole della precarietà e fragilità dell’esistenza umana, influenzando profondamente la sua visione della vita.
