Vai al contenuto
Questo sito contribuisce alla audience di

“Mio marito mi picchiava mentre ero incinta!”. E Mediaset lo licenzia di tronco

Divorzio, testimonianze scritte e la ricerca di giustizia

La rottura definitiva nella relazione avvenne quando Dell’Atte scoprì la relazione extraconiugale tra il marito e Ana Obregón. Fu in quel momento che decise di affidarsi a un avvocato e di intraprendere le pratiche per il divorzio. Durante un lavoro di restauro su un mobile appartenuto alla famiglia di Lecquio, la modella trovò delle lettere scritte dall’ex marito dopo episodi di violenza, con cui – sostiene – lui stesso riconosceva le proprie responsabilità. Questi documenti, secondo quanto dichiara Dell’Atte, furono determinanti anche in sede giudiziaria: «Il tribunale ha stabilito che non stavo mentendo quando l’ho chiamato abusatore. Non ho mai mentito».

Nonostante la sentenza, secondo la modella, Lecquio ha proseguito la sua carriera nel mondo della televisione senza conseguenze apparenti. «Quest’uomo ha trascorso tutta la sua vita impunito. È ancora seduto in televisione», sottolinea Dell’Atte nella sua intervista, esprimendo amarezza per la mancanza di responsabilità pubblica rispetto a situazioni di questo genere.

Leggi anche: Colombari stronca Miss Italia, la patron la smaschera sui social: “Delusione e amarezza”

La scelta di Mediaset dopo le parole di Antonia Dell’Atte

La vicenda ha avuto una nuova svolta negli ultimi giorni. A seguito delle dichiarazioni pubbliche di Dell’Atte, Mediaset ha deciso di interrompere la collaborazione con Alessandro Lecquio all’interno del programma “Vamos a ver”, trasmesso su Telecinco. L’azienda, dopo aver consultato la modella e il suo legale e aver visionato la documentazione fornita, ha scelto di licenziare l’opinionista.

Questa decisione riporta al centro il dibattito sulla responsabilità dei media nel dare spazio a figure coinvolte in vicende giudiziarie e sulla necessità di sostenere chi denuncia violenze domestiche. Il caso solleva interrogativi sul ruolo delle televisioni e dei mezzi di comunicazione nella tutela delle vittime e nel contrasto alla cultura dell’impunità. La testimonianza di Antonia Dell’Atte assume un valore emblematico in un contesto ancora segnato da tabù e resistenze rispetto alle denunce di abusi domestici. Attraverso il racconto della propria esperienza, la modella invita a non sottovalutare mai la gravità di comportamenti violenti e a sostenere chi trova il coraggio di parlare, anche a distanza di anni.

Pagine: 1 2
powered by Romiltec

©Caffeina Media s.r.l. 2025 | P. IVA: 13524951004


Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure