
Pochi giorni prima della scomparsa, Ornella Vanoni ha mostrato ancora una volta la sua incredibile lucidità e il suo modo unico di trasformare il quotidiano in racconto. Nonostante una voce che tradiva fatica, la celebre cantante ha saputo affrontare con sincerità il proprio malessere, senza mai drammatizzare. Nel corso di una telefonata con Maurizio Porro, storico amico e noto critico, Vanoni ha descritto un dolore persistente, definendolo come un “coltello” e spiegando di sentirsi «strana». Nonostante la tendenza a minimizzare ogni problema, in quelle parole si avvertiva una nuova inquietudine, una fragilità che non era mai stata così evidente.
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La decisione di andare in clinica e quella frase dal peso diverso oggi
Durante la conversazione, Ornella ha raccontato di voler sottoporsi ad accertamenti presso una clinica di Pavia, sottolineando la fiducia nei medici: “sono bravissimi”, ha dichiarato con sicurezza. Quella frase, oggi, assume il valore di una premonizione silenziosa, un passaggio delicato in cui la vita straordinaria di Vanoni si confronta con la sua vulnerabilità quotidiana. Il tono della telefonata non era drammatico, ma emergeva chiaramente il disagio provato dall’artista, che si trovava costretta a limitare i propri movimenti a causa di un dolore alla vertebra. Con la consueta ironia, Vanoni ha cercato di alleggerire la conversazione, ma ogni parola lasciava trasparire un peso crescente. “Mi metteranno a posto”, ha confidato all’amico, affidando le proprie speranze alle cure della struttura sanitaria di riferimento.
Nel corso della chiamata, si è anche parlato dei suoi impegni televisivi: “No, domenica non vado da Fazio, ci vado a settimane alterne, andrò domenica prossima”. Solo oggi, a posteriori, queste frasi sembrano custodire un presagio sottile, un segnale che nulla sarebbe più stato come prima. Vanoni, fedele a se stessa, ha affrontato il malessere con dignità e naturalezza, senza mai lasciarsi andare al vittimismo.
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