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Ornella Vanoni e l’infarto, il sintomo da non sottovalutare: comincia tutto così

Ritmi sballati, farmaci e abitudini: ciò che davvero minaccia il cuore

Non solo il freddo. Anche i turni notturni, il poco riposo e i ritmi sonno-veglia alterati aumentano il rischio cardiovascolare. «Bisogna dormire 6-8 ore, e dormire di notte», insiste il cardiologo. Tra i farmaci da maneggiare con cura ci sono i FANS — ibuprofene, diclofenac, ketoprofene — perché alzano la pressione e affaticano i reni. Sul fronte alimentazione, nessun trucco: porzioni ridotte, niente abbuffate, molte fibre, cereali integrali, lenticchie, piselli, avena, orzo, mele (meglio le annurche) e la regina anticolesterolo: la melanzana. Fritti? Solo sporadici e con olio d’oliva. Pane? Integrale. Congelarlo? «Meglio di no: perde qualità».

Proteggere il cuore: una strategia semplice, ma severa

La ricetta è nota: movimento quotidiano (l’OMS raccomanda 300 minuti a settimana), dieta equilibrata, protezione dal freddo, ritmi regolari. E, soprattutto, ascoltare il corpo. Quel “dolore alla schiena” che Ornella aveva raccontato con ironia poteva essere un segnale da non ignorare. Non è retorica dirlo: prendersi cura del cuore è un atto d’amore. E oggi, davanti all’assenza improvvisa di una donna come Vanoni, questa verità pesa un po’ di più.

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