Le ultime telefonate e quella frase che fa scalpore: “Come un coltello che ti trapassa la schiena”
“Ogni tanto Ornella mi chiamava per un consiglio sui film da andare a vedere, era un’appassionata”, scrive Porro. “Ma pochissimi giorni fa è squillato il telefono e la sento dire: ‘Non sto bene, ho un dolore a una vertebra… mi sento strana. Andrò in una clinica di Pavia, lì sono bravissimi, li conosco, mi rimetteranno a posto. Ora devo stare ferma, ho un dolore… sai, come un coltello che ti trapassa la schiena. No, domenica non vado da Fazio: ci sono a settimane alterne, ci andrò domenica prossima’”, aveva confidato Vanoni. Non c’erano tabù per Ornella. Parlava apertamente di tutto: farmaci, terapie, supporto psichiatrico. “L’unica cosa che può salvarti quando si ha questo problema sono gli antidepressivi… che prendo ancora”. Un’autoironia pazzesca, quella di Vanoni, che sdrammatizzava ogni sua fragilità, trasformandola in un piccolo atto di coraggio pubblico. Anche quando il buio sembrava farsi più fitto, trovava sempre una battuta, un ricordo, qualcosa per far sorridere chi l’ascoltava.


Ornella Vanoni: non solo musica, ma una lezione di vita (e di leggerezza)
Adesso che lei non c’è più, resta molto più di una discografia sterminata e di collaborazioni stellari. Rimane la forza di una donna che non ha mai avuto paura di raccontare le proprie debolezze, di parlare di dolore e rinascita, mischiando sempre ironia e profondità. Un’eredità fatta di sincerità, fragilità condivise e quella leggerezza sfrontata che solo i grandi sanno regalare. Il pubblico la ricorderà per le sue canzoni, certo. Ma soprattutto per la sua capacità di sorprendere, anche nell’ultimo atto. E chissà quante altre storie, retroscena e curiosità emergerebbero ancora, se solo potessimo ascoltare Ornella raccontarsi con uno dei suoi inimitabili sorrisi. Perché, si sa, ogni leggenda ha sempre qualche segreto da svelare…