È morto poche ore fa, improvvisamente, Paolo Sottocorona, meteorologo di La7.
— Luca Caputa 🖤💙 (@luca_caputa) October 8, 2025
Stamattina, come tutte le mattine, ha dato le previsioni del tempo e ha dedicato una poesia per Gaza.
Rigoroso, professionale, rassicurante e umano fino all’ultimo..
Buon vento, e grazie, Paolo! ♥️ pic.twitter.com/QZaGLhZ7C2
Paolo Sottocorona, l’ultimo video e la lettera letta in diretta
Uno degli ultimi momenti pubblici di Sottocorona è stato particolarmente toccante: “Vi vorrei leggere una poesia che mi ha mandato Marcella”. Così, poche ore prima della sua scomparsa, durante una diretta su Omnibus, aveva condiviso una lettera di una telespettatrice, raccontando la sua storia e leggendo la poesia “Gaza”. Poco dopo, è stato lo stesso Mentana a dare la notizia della sua morte sui social: “Addio a Paolo Sottocorona”.
Un approccio scientifico e misurato alle previsioni
Paolo Sottocorona si è sempre distinto per la sua allergia ai clamori mediatici e per la ferma opposizione alle narrazioni apocalittiche sul clima. In un contesto in cui le notizie meteorologiche spesso degenerano in toni allarmistici, Sottocorona ha scelto un percorso fatto di equilibrio e precisione scientifica. In una delle sue ultime interviste, rilasciata lo scorso luglio, aveva voluto chiarire: «Non è vero che in Italia ci sono 40 gradi». La sua affermazione, che ha generato dibattito, non voleva essere negazionistica, ma sottolineava la necessità di mantenere il realismo scientifico, senza cedere al terrorismo mediatico.
«Io, come qualunque meteorologo vero – perché poi ci sono meteorologi un po’ così – non potrei mai negare che è in corso un cambiamento climatico. Si tratta di capire che significa. Cosa potrebbe portare, cosa ha già portato, cosa vediamo e cosa non vediamo.» Con queste parole, Sottocorona ha ribadito l’importanza di un’informazione corretta e responsabile, evitando la spettacolarizzazione delle previsioni.
Il suo approccio, basato su dati concreti e spiegazioni semplici, era volto a trasmettere fiducia nel pubblico e ad arginare la diffusione di notizie fuorvianti. «Il terrorismo mediatico, quando si parla di previsioni, è un incredibile acchiappa-clic sui social.» La sua filosofia era chiara: informare senza spettacolarizzare, mantenendo il focus sulla realtà dei fatti.
Nel corso della sua carriera, Sottocorona ha spesso sottolineato come il suo compito fosse quello di “parlare del tempo”, senza cedere mai alla tentazione di fare spettacolo sul meteo. Questa scelta lo ha reso un punto di riferimento per chi cercava informazioni attendibili e prive di enfasi eccessiva.
Che dispiacere leggere della morte di Paolo Sottocorona.
— pier luigi pinna (@pierpi13) October 9, 2025
Meteorologo, climatologo molto attento, professionista serissimo, uomo di profonda competenza e molta ironia, due virtù rare di questi tempi, ed entrambe segno inequivocabile di grande intelligenza.
Ma sopra a tutto questo… pic.twitter.com/xcBJTpEDhY
Una carriera tra scienza e divulgazione televisiva
Nato a Firenze nel 1947, Paolo Sottocorona ha iniziato il suo percorso professionale nel 1972, entrando nel Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare come ufficiale. In questi anni ha maturato una solida esperienza scientifica, specializzandosi nell’analisi e previsione dei fenomeni atmosferici, prima di dedicarsi alla divulgazione al grande pubblico.
La sua transizione dalla meteorologia militare alla televisione ha segnato un punto di svolta: Sottocorona ha saputo rendere accessibili concetti tecnici, spiegando le previsioni in modo semplice e diretto, conquistando la fiducia di spettatori di ogni età. Il suo stile pacato, la precisione e l’ironia gentile sono diventati tratti distintivi del suo modo di comunicare, rendendolo un esempio per molti colleghi.
Nel corso della sua carriera televisiva, ha spesso partecipato a trasmissioni di approfondimento, portando la cultura scientifica nelle case degli italiani e promuovendo una maggiore consapevolezza sui cambiamenti climatici. La sua eredità professionale è ancora oggi un modello per chi si occupa di informazione meteorologica.
Definito da molti un meteorologo “sui generis”, Sottocorona ha lasciato un segno indelebile nel modo di raccontare il cielo e i suoi cambiamenti, trasformando la divulgazione scientifica in un’attività di servizio pubblico.
Il ricordo e l’eredità
La scomparsa di Paolo Sottocorona ha suscitato numerose reazioni nel mondo dell’informazione e tra il pubblico. Oltre al ricordo di Enrico Mentana, sono arrivati messaggi di cordoglio da colleghi, amici e telespettatori che negli anni hanno imparato ad apprezzare la sua professionalità e la sua umanità. Le sue lezioni di chiarezza e sobrietà restano un riferimento per chiunque si occupi di comunicazione scientifica in Italia.
Il suo metodo, basato su una comunicazione rispettosa e una costante attenzione ai dati, rappresenta un’eredità importante, in un’epoca in cui la qualità dell’informazione è sempre più centrale. Sottocorona ha dimostrato come sia possibile spiegare la complessità del clima senza cadere negli eccessi, offrendo un servizio autentico e di valore alla collettività.
Nonostante la sua riservatezza, era molto seguito sui social, dove condivideva aggiornamenti e riflessioni sulle condizioni meteo, rispondendo spesso alle domande degli utenti con cortesia e precisione. Questo rapporto diretto con il pubblico ha rafforzato il suo ruolo di divulgatore e punto di riferimento.
Il percorso di Paolo Sottocorona rimane un esempio per le nuove generazioni di meteorologi e giornalisti, che potranno trarre ispirazione dalla sua integrità e dalla sua dedizione alla verità dei fatti.