La carriera televisiva di Pretelli prima del Grande Fratello
Per comprendere meglio il contesto, è necessario ricostruire in modo cronologico la carriera televisiva di Pierpaolo Pretelli e l’origine del video citato. La sua figura, infatti, era già nota agli spettatori ben prima dell’esperienza al Grande Fratello Vip, elemento che incide in modo decisivo sulla valutazione delle accuse mosse negli ultimi giorni.
Un’analisi accurata delle informazioni disponibili dimostra che Pierpaolo Pretelli non era affatto un volto sconosciuto fino alla vigilia del reality, come invece sostenuto nella conversazione tra Corona e Piscopo. Già nel 2013, infatti, Antonio Ricci lo aveva selezionato come Velino di Striscia la Notizia, in coppia con Elia Fongaro. Questo ruolo, ricoperto in una delle trasmissioni più seguite della televisione italiana, lo aveva reso riconoscibile al grande pubblico diversi anni prima della sua partecipazione al Grande Fratello. Risulta quindi fuorviante l’idea di un esordiente improvvisamente catapultato in prima serata grazie a presunte scorciatoie legate ai casting.

La versione sui casting del Grande Fratello e il presunto video privato
Nella ricostruzione proposta da Fabrizio Corona, il punto più delicato riguarda la fase di selezione del Grande Fratello. Secondo quanto riportato, durante quel periodo Pierpaolo Pretelli avrebbe inviato ad Alfonso Signorini un video a contenuto esplicitamente intimo. A sostegno di questa tesi viene chiamata in causa direttamente la testimonianza di Alessandro Piscopo, che afferma di aver visionato il filmato. Nel corso della conversazione, Piscopo lo descrive con parole molto dettagliate: “C’era un’inquadratura frontale, con un movimento ondulatorio. Ho fermato subito il video perché non è di mio gradimento, un classico video da scambio. A chi lo voleva mandare?”. Alla domanda, interviene ancora Corona, sostenendo che il destinatario sarebbe stato proprio Alfonso Signorini.
Questa narrazione, così come viene presentata, suggerisce l’esistenza di un presunto rapporto diretto tra Pretelli e il conduttore, fondato su materiale privato inviato volontariamente durante i provini. L’ipotesi ha immediatamente avuto una forte eco, anche per il coinvolgimento di figure pubbliche come il direttore di una nota rivista e volto di punta di Mediaset. Tuttavia, la coerenza di questo racconto viene messa in discussione nel momento in cui emergono elementi temporali e tecnici che non coincidono con lo scenario descritto inizialmente.
La nuova mossa di Corona e la pubblicazione del fotogramma
La vicenda assume una dimensione ulteriore nelle ore successive alla messa in onda della puntata di “Falsissimo”. A distanza di circa ventiquattro ore, Fabrizio Corona annuncia l’intenzione di tornare sull’argomento, dichiarando che il presunto video privato di Pierpaolo Pretelli sarebbe stato mostrato “in abbonamento nella prossima puntata”. Contestualmente, decide di diffondere un fotogramma estrapolato dal filmato, presentato come anticipazione di ciò che gli utenti paganti avrebbero potuto vedere integralmente.
È proprio questo passaggio a rivelarsi determinante per la ricostruzione dei fatti. L’immagine divulgata, infatti, consente di collocare il video in un periodo temporale diverso da quello suggerito inizialmente. Dalle caratteristiche visive e dal contesto tecnico, emerge che il filmato non risale affatto agli anni tra il 2019 e il 2020, ossia al periodo dei casting per il Grande Fratello Vip, ma sarebbe stato realizzato in un’epoca precedente al 2013, quindi ben prima dell’esperienza di Pretelli come Velino a Striscia la Notizia. Questo scarto temporale modifica in maniera significativa l’interpretazione dell’intera vicenda.
Il fatto che il video sia anteriore all’ingresso di Pierpaolo Pretelli nel circuito dei programmi di prima serata rende poco plausibile l’ipotesi che il filmato fosse stato prodotto o utilizzato in funzione di un rapporto diretto con Alfonso Signorini. Di conseguenza, l’associazione tra il presunto invio del video e l’accesso al reality viene messa seriamente in discussione. La cronologia, elemento centrale in ogni accertamento giornalistico, diventa in questo caso uno strumento chiave per distinguere tra suggestione narrativa e circostanze concrete.

L’origine del video e la diffusione non consensuale online
L’analisi delle informazioni disponibili indica che il video in questione aveva già iniziato a circolare in rete proprio negli anni precedenti al 2013. In quel periodo, secondo quanto risulta da diverse ricostruzioni, Pierpaolo Pretelli sarebbe stato vittima di una diffusione non autorizzata di immagini a carattere intimo. Il filmato non sarebbe quindi nato come contenuto registrato e inviato deliberatamente a un singolo destinatario tramite smartphone, ma come risultato di una diretta webcam effettuata tramite computer, poi catturata e condivisa da terzi senza il consenso dell’interessato.
In questo scenario, il video configurerebbe un caso tipico di registrazione e successiva divulgazione di materiale personale all’insaputa del protagonista. Tali episodi sono purtroppo noti nell’ambito della cosiddetta “revenge porn” o, più in generale, delle violazioni della privacy online, dove immagini e video destinati a un contesto privato vengono sottratti o registrati di nascosto e diffusi in rete. La circostanza che Pretelli sia poi intervenuto per vie legali a tutela della propria immagine conferma la gravità della situazione e colloca l’intera vicenda su un piano diverso rispetto a quello ipotizzato da Fabrizio Corona.

Il ruolo di Alfonso Signorini e le implicazioni per il caso mediatico
Alla luce di questi elementi, il riferimento diretto ad Alfonso Signorini come destinatario del video perde consistenza oggettiva. Se il filmato è stato realizzato diversi anni prima dell’avvio del rapporto professionale tra il conduttore e Pierpaolo Pretelli, e se la sua diffusione è avvenuta in modo incontrollato tramite canali online, risulta complesso sostenere, sul piano dei fatti, che esso sia stato inviato volontariamente al conduttore durante la fase di selezione del Grande Fratello. La stessa pubblicazione del fotogramma da parte di Corona, pur intesa come prova a sostegno delle proprie tesi, finisce per evidenziare una distanza temporale che contraddice la narrazione iniziale.
Da un punto di vista mediatico, il caso dimostra quanto sia delicato trattare materiale di natura privata, soprattutto quando coinvolge personaggi noti e programmi televisivi di grande impatto. La sovrapposizione tra episodi del passato, già oggetto di contenziosi e interventi legali, e dinamiche attuali rischia di generare confusione nell’opinione pubblica, con il pericolo di associare erroneamente un contenuto a circostanze diverse da quelle in cui è effettivamente nato. In questo contesto, la verifica delle date, delle modalità tecniche di registrazione e delle condizioni di diffusione assume un ruolo fondamentale.
Conclusioni: ricostruzione dei fatti e tutela dell’immagine
Riconsiderando l’intera vicenda, emerge un quadro più lineare rispetto alle suggestioni inizialmente circolate. Pierpaolo Pretelli era un volto televisivo già noto dal 2013 grazie a Striscia la Notizia, elemento che ridimensiona l’idea di un debutto legato a presunti scambi o favoritismi dell’ultima ora. Il video a contenuto intimo citato da Fabrizio Corona risulta riconducibile a un periodo precedente e a una dinamica tipica delle violazioni di privacy online, con una probabile registrazione tramite webcam e una diffusione non consensuale in rete.
L’accostamento tra quel filmato e i rapporti professionali con Alfonso Signorini, soprattutto in relazione ai casting del Grande Fratello, non trova conferma sul piano cronologico e fattuale. La stessa decisione di mostrare un fotogramma del video ha finito per mettere in luce incongruenze temporali che contrastano con la versione iniziale. In assenza di riscontri ulteriori che dimostrino un invio diretto e volontario del materiale al conduttore, la ricostruzione più coerente è quella che interpreta il video come parte di una più ampia vicenda di diffusione senza consenso, già oggetto di iniziative legali da parte di Pretelli.
Il caso evidenzia, infine, l’importanza di un approccio rigoroso nella gestione di informazioni sensibili che coinvolgono la sfera privata delle persone, anche quando si tratta di personaggi televisivi e volti noti dello spettacolo. La tutela dell’immagine e della dignità individuale resta un elemento centrale, soprattutto in un contesto in cui la circolazione virale di contenuti online può amplificare rapidamente notizie non corrette o ricostruzioni incomplete.