Libertà di stampa e giornalismo locale
Uno degli aspetti più delicati affrontati da Ranucci riguarda la tutela dei giornalisti locali. Secondo il direttore di Report, questi cronisti rappresentano gli “anticorpi periferici” della società: figure professionali spesso sottopagate e sottoposte a pressioni politiche, economiche o criminali. «Spesso il politico locale, l’imprenditore arrogante o il criminale coincidono anche con l’editore», ha spiegato Ranucci, sottolineando come sia necessario proteggere chi opera sul territorio con strumenti concreti, equi compensi e supporto legale.
In Italia, aggiunge il giornalista, il pubblico tende a informarsi sempre di più sul web. Tuttavia, le piattaforme digitali non garantiscono sempre l’affidabilità delle notizie: «La notizia che vedi in vetrina non è necessariamente quella più vera, ma quella più notiziabile, che porta più click», spiega Ranucci, evidenziando come il rischio sia quello di cadere in un’informazione “spettacolarizzata” a scapito della verità.
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La protezione e il ruolo della squadra
Dopo l’attentato, la protezione di Ranucci è stata rafforzata, con l’esercito che presidia la sua abitazione e una vigilanza costante. Nonostante ciò, il giornalista mantiene la fiducia nella propria squadra: «Mi fido ciecamente della mia squadra, ho una fiducia incondizionata», ha dichiarato, spiegando come la collaborazione tra redazione e forze dell’ordine sia fondamentale per operare con lucidità.
Ranucci ha inoltre sottolineato l’importanza di gestire gli infortuni emotivi e la pressione derivante da minacce di questo tipo: la capacità di mantenere la concentrazione sulle indagini e sulla verifica delle fonti è essenziale per continuare a produrre giornalismo di qualità senza compromettere la sicurezza personale.

Il ruolo della Rai e il futuro di Report
Il futuro di Report rimane definito fino a maggio 2026, con conferma in palinsesto e continuità della trasmissione. Ranucci ha dichiarato di voler terminare la carriera in Rai, ma solo se la rete lo riterrà opportuno. «Se la Rai non lo ritiene più opportuno, cercherò chi mi consentirà di poterlo fare in libertà», ha spiegato, evidenziando la centralità della libertà editoriale nel suo lavoro.
Il giornalista ha ribadito che, nonostante le intimidazioni, la routine della redazione non è stata alterata: le quattro puntate registrate prima dell’attentato sono state trasmesse regolarmente, senza modifiche sostanziali. La sua determinazione rappresenta un messaggio forte alla società e alle istituzioni sulla necessità di difendere il diritto all’informazione.