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Rocco Siffredi, la moglie confessa: “Stare con lui è impegnativo, ecco perché”

I pregiudizi

Vestita con un completo nero, in perfetto stile “Iena”, Rozsa Caracciolo ha confessato quanto fosse difficile i primi tempi essere la moglie di Rocco Siffredi, tra i pregiudizi di cui è stata vittima. “All’epoca facevo la modella e ai casting se capivano che ero la moglie di Rocco Siffredi improvvisamente il lavoro veniva cancellato“, ha detto la modella, proseguendo il suo racconto: “In banca un giorno il direttore senza timore mi disse: “Ma dai, sei la moglie di Rocco lui non è geloso”. Pensavano che appartenessi a tutti, ma questo vuol dire ragionare con il … e non con il cervello“. Rozsa Caracciolo ha confessato che anche le donne, quelle dalle quali avrebbe dovuto ricevere solidarietà, si sono dimostrate spesso ostili nei suoi confronti: “Non andava meglio con le donne che mi facevano sempre la stessa domanda: “Non sei gelosa“. E io rispondevo sicura: “No, perché io so dove è mio marito. Tu invece? Lo sai dove è il tuo?” (continua dopo la foto)

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Una famiglia unita

Poi, Caracciolo ha parlato anche di alcuni momenti difficili vissuti nell’intimità di coppia: “I primi tempi, quando facevamo l’amore, in 10 minuti aveva già fatto 10 posizioni – ha svelato -. Sembrava di stare sulla montagna russa. Ci ho messo 1 anno prima di fargli capire che volevo altri gesti, altre tenerezze“.

Lorenzo Tano, primo figlio della coppia ripete di non aver mai vissuto con imbarazzo la sua infanzia. E nemmeno ora. “Noi siamo cresciuti in questo mondo, senza sorprese e senza disagio. Credo che mio padre sia stato molto invidiato..“. Un padre sempre presente con loro, ricorda ancora l’ex concorrente di Ballando con le stelle intervistato da La Repubblica: “Quando eravamo piccoli, mio padre aveva costruito per me e mio fratello Leonardo, un parco giochi su un terreno piatto vicino a casa nostra, a Budapest, in mezzo ricordo che c’era solo grande albero. Ci ha trasmesso l’amore per i motori, e per il volo, giocavamo a sfidarci su moto, quad e macchinine Poi nel 2005 Rocco ha avuto l’ennesimo incidente, mentre noi figli non ci siamo mai fatti male seriamente, e mia madre ci ha vietato di continuare“.

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