Il Tribunale Civile di Torino ha condannato Selvaggia Lucarelli per diffamazione ai danni di Claudio Foti, lo psicologo assolto in via definitiva nella vicenda sui presunti affidi illeciti di minori a Bibbiano. . La vicenda ha avuto inizio nel 2019, quando la Lucarelli pubblicò su Facebook un post nel quale ha lanciato pesanti accuse allo psicologo e alla sua associazione “Hansel e Gretel”. Con la sentenza, Selvaggia Lucarelli dovrà anche versare a Claudio Foti un consistente risarcimento. (Continua dopo le foto)
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Selvaggia Lucarelli condannata per aver diffamato Claudio Foti
Selvaggia Lucarelli è stata condannata a risarcire un danno di 16mila euro per diffamazione ai danni di Claudio Foti. La Lucarelli, si legge nella sentenza della giudice Raffaella Bosco, ha “apertamente e falsamente accostato alla tragica e terribile vicenda giudiziaria su una caso di abuso sessuale su un minore nella provincia di Cagliari e il successivo suicidio di Agnese Usai, indagata per abuso”. La giornalista aveva accusato Foti di essere “ideatore di un metodo supponendo l’esistenza di un metodo di cui una ‘rete’ di psicologi’, tra i quali la psicologa di Cagliari, sarebbero stati seguaci”, riporta Agi. La Lucarelli avrebbe lanciato accuse frutto di supposizioni e insinuazioni prive di un supporto probatorio. (Continua dopo le foto)
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Lucarelli condannata per diffamazione: cosa aveva scritto
Nel post che aveva scritto la Lucarelli è, secondo la giudice, diffamatorio un particolare passaggio. La giornalista aveva parlato di “un tratto di penna che unisce in tutta Italia tante storie di accuse false e assurde o zoppicanti di minori e che riconducono con impressionante frequenza a Claudio Foti e ai seguaci del metodo che arriva anche lì, in Sardegna, e disegna un nuovo intreccio oltre che il destino di Agnese”. Agnese Usai è la bidella sarda dell’asilo che si è suicidata dopo essere stata indagata per violenza sui minori. La sentenza impone alla Lucarelli di rimuovere il post da Facebook. Oltre a questo dovrà provvedere con “la pubblicazione sul proprio profilo Facebook di un estratto della sentenza a propria cura e proprie spese”, si legge nella sentenza.
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