Cosa rischia adesso la conduttrice di “Chesarà”
Roberto Sergio, amministratore delegato Rai, ha spiegato che nel “caso Scurati” non c’è mai stato alcun tentativo di censura. Viale Mazzini ha deciso di inviare una lettera di contestazione nei confronti di Serena Bortone a causa del post pubblicato su Instagram “In violazione della normativa della policy aziendale: ci sono regole che devono essere rispettate da tutti i dipendenti”. La giornalista è quindi sotto accusa per il post pubblicato sui social. Bortone rischia di pagare la “scorrettezza” che è stata interpretata come un “danno d’immagine” da parte della Rai. (Continua a leggere dopo la foto)
La tesi di Marco Travaglio
Negli scorsi giorni, “Libero Quotidiano” ha riportato le parole di Marco Travaglio in merito alla sua opinione sul “caso Scurati”. Il direttore del “Fatto Quotidiano” ha voluto ricostruire la vicenda dall’inizio. “Il contratto a titolo oneroso viene annullato per ‘motivi editoriali’ in attesa della risposta. Che arriva alle 17.42: la produzione di Chesarà… manda via mail ad Alibrandi la lista degli ospiti. Accanto a Scurati c’è la sigla TG, titolo gratuito. I dirigenti ne deducono che Scurati ha accettato di partecipare gratis e danno l’ok al comunicato stampa che alle 19.09 annuncia gli ospiti dell’indomani, incluso Scurati sul 25 Aprile. Ma allo scrittore la Bortone&C. non han chiesto se sia d’accordo. Infatti in serata la Bortone cerca i dirigenti per segnalare il casino. Sabato 20 alle 8.30 si trovano un post a dir poco omissivo della Bortone su Instagram: ‘Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita a ottenere spiegazioni plausibili’. Parte la rumba – ha continuato Travaglio – censura, regime, fascismo. Ma Scurati ha ancora i biglietti del treno da e per Milano e l’hotel romano prenotati dalla Rai e autorizzati il venerdì mattina da Alibrandi, che li annullerà solo alle ore 13. Lo scrittore comprensibilmente decide di non partire. Ma i dirigenti Rai non hanno mai detto che non dovesse leggere il suo monologo”, ha dichiarato il direttore del “Fatto Quotidiano”.